Il 6 marzo 2025, gli studenti del primo anno del corso di Trade e Consumer Marketing hanno avuto l’opportunità di ascoltare la testimonianza di Valentina Downey di LAB.BRAINdesign, nell’ambito del corso di Shopper Marketing, tenuto dalla prof.ssa Maria Grazia Cardinali.
Cos’è LAB.BRAINdesign?
LAB.BRAINdesign progetta e organizza laboratori di innovazione strategica basati sul design thinking, offrendo alle aziende un approccio pratico e collaborativo per utilizzare il design come leva di cambiamento. Il loro approccio consiste nell’integrare una strategia di design personalizzata per ogni realtà, che non solo migliora i processi aziendali, ma aiuta a creare una cultura dell’innovazione e permette di mettere a terra prodotti, strategia di design e di comunicazioni e processi . Un elemento chiave del loro lavoro è il training, perché introdurre innovazione significa saper gestire il cambiamento e formare le persone affinché possano adottare portare il cambiamento in modo efficace e duraturo.
Design thinking: un metodo per innovare
Il Design Thinking è un approccio strutturato per risolvere problemi complessi, ponendo la persona al centro.
Il processo si articola in cinque fasi principali:
Empathy – Comprendere i bisogni reali delle persone, non solo basandosi sui trend di mercato, ma anticipando le loro necessità future.
Define – Analizzare le informazioni raccolte per definire il problema da risolvere.
Ideate – Stimolare la creatività attraverso strumenti e lavoro di squadra per generare soluzioni innovative.
Prototype – Trasformare le idee in prototipi, che permettono di visualizzare e testare in maniera veloce le possibili soluzioni.
Test – Sperimentare i prototipi con gli utenti, per raccogliere feedback e ottimizzare la soluzione prima del lancio definitivo.
Applicare il Design Thinking per Trasformare le Imprese
LAB.BRAINdesign ha applicato il Design Thinking a diverse realtà aziendali. Un esempio è il lavoro svolto per Cipriani Food, che necessitava di una revisione della brand identity e del packaging dei propri prodotti alimentari. Il laboratorio è stato scelto non solo per il suo approccio innovativo, ma anche per la capacità di allineare la strategia di branding interna. L’obiettivo era restituire all’immagine dei prodotti e dell’azienda una forte identità.
Un altro progetto di rilievo riguarda Bonifica Renana, un ente di diritto pubblico per il quale LAB.BRAINdesign ha sviluppato una nuova strategia di comunica creando un nuovo linguaggio di comunicazione. L’obiettivo era tradurre la complessa terminologia tecnica utilizzata dal Consorzio di Bonifica, rendendola più accessibile per gli utenti e facilitando i processi interni.
Il ruolo del designer tra strategia, esperienza e innovazione
Il designer non è solo colui che disegna forme estetiche, ma una figura strategica che traduce i bisogni delle aziende e degli utenti in soluzioni concrete. Il suo ruolo spazia dalla progettazione di prodotti e spazi fino alla comunicazione e alla definizione di strategie visive e un vero e proprio strumento per innovare e migliorare i processi aziendali.
Un aspetto fondamentale è la customer experience, cioè l’insieme delle percezioni che un cliente ha interagendo con un’azienda. Per analizzarla, si utilizzano strumenti come l’Empathy Map, che aiuta a capire cosa una persona vede, sente, pensa e da cosa si lascia influenzare. Questi dati permettono di creare prodotti e servizi più vicini alle esigenze reali del consumatore.
Oltre alla customer experience, il service design è un altro ambito chiave: progettare un servizio efficace significa migliorare l’esperienza dell’utente e garantire che l’azienda possa offrirlo in modo efficiente. Per farlo, si utilizzano mappature e strumenti strategici che aiutano a visualizzare il percorso dell’utente e ottimizzare ogni fase dell’interazione.
In conclusione, il Design Thinking aiuta a comprendere i bisogni latenti, cioè esigenze che le persone ancora non esprimono chiaramente e che non trovano risposta nel mercato. Il designer, attraverso ricerca e sperimentazione, traduce questi bisogni in soluzioni innovative, trasformando il design in un driver strategico per aziende e consumatori.
Una curiosità per i traders
Quante volte vede applicati i principi di design che ha menzionato nei punti vendita? In quali catene o negozi nota un ambiente realmente accogliente?
Molti punti vendita funzionano bene, soprattutto nella gestione della parte di marketing e economia, come le logiche di rotazione degli scaffali, che sono efficaci. Tuttavia, alcuni aspetti legati all’ambiente fisico potrebbero essere migliorati. Ad esempio, in Coop c’è un’attenzione particolare alla luce bassa e ai rumori ridotti, pensati per favorire persone con difficoltà cognitive, che spesso sono disturbate da musica o suoni troppo forti. Questo dimostra come l’inclusività possa essere un fattore determinante, ma dipende molto da quanto ogni catena considera importante questi aspetti.
Al di fuori dell’Italia, i supermercati irlandesi mescolano elementi dello stile americano ed europeo. Per esempio, la zona di panetteria è una novità, in quanto in passato veniva venduto solo confezionato. In Inghilterra, la frutta e verdura fresca sono presenti, ma non sempre in tutte le catene, dimostrando che ogni paese ha una percezione diversa del cibo e delle sue modalità di distribuzione.
Articolo di Serena Latini
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