“Panta rei” anche nel marketing
Eraclito aveva ragione
Come diceva il buon vecchio Eraclito: «Tutto scorre». Già nel V secolo a.C. si era capito che il mondo non potesse mai rimanere uguale, senza cambiamenti, e così è stato. Qualsiasi scienza vede nel mondo un’evoluzione, positiva o negativa che sia. Non sono qui però per discorrere in campi a me non appartenenti, ma piuttosto per capire se anche il marketing ha subito un’evoluzione e quindi se effettivamente ha cambiato le proprie vesti dalla sua nascita fino ad ora.
Seppur breve, è sempre storia
Innanzitutto, è bene delineare velocemente la storia del marketing. Nato come scienza sociale, nei primi anni del Novecento fu definito come processo economico con il focus di spostare i beni dalla fase di produzione alla fase finale di consumo. A metà del Novecento, invece, la definizione di marketing iniziò a cambiare, prendendo in considerazione non solo i beni ma anche i servizi che le aziende potevano offrire. Non si vedeva più il marketing come un processo economico e sociale ma piuttosto come un’ “attività di monopolio”, dove ogni azienda controllava tutte le variabili che giravano intorno ad un prodotto. Questo era possibile perché le aziende, a quei tempi, riuscivano a dominare ogni singolo step produttivo senza aver bisogno di fiducia e di relazioni con altre aziende. Da quel momento in poi possiamo dire che è iniziata la storia dei paradigmi del marketing che delineano appunto l’evoluzione di questa attività.
Attualmente se ne identificano tre anche se alcuni studiosi affermano che ce ne sia un quarto che però non sarà preso in considerazione in questo articolo.
Marketing Paradigms
Il Marketing Management Paradigm definisce il marketing come un insieme di attività e non come un processo sociale. Il successo delle aziende si misura attraverso le vendite in volumi e la quota di mercato, ma non si parla ancora di fidelizzazione dei clienti, poiché siamo in un periodo di “immaturità” dove il focus è la transazione economica e non il mantenimento del cliente.
Si passa poi al secondo: Relationship Marketing Paradigm, il paradigma delle relazioni. Proprio come suggerisce il nome, piano piano l’importanza del costruire delle relazioni solide tra aziende si fa sempre più spazio. Da una visione di indipendenza si passa a una di dipendenza dove l’ “unione fa la forza”. Le aziende non puntano più ad essere di grandi dimensioni ma piuttosto vogliono creare una rete di connessioni tra loro. Ogni azienda produce ciò in cui è più specializzata e si fornisce da altre per completare i processi produttivi e distributivi.
Come terzo paradigma invece incontriamo il cosiddetto Social Mobile Marketing Paradigm, determinato dalla rivoluzione informatica e dall’arrivo dei big data. Questo paradigma si focalizza sulle opportunità che la tecnologia offre alle aziende. Queste infatti sfruttano la rivoluzione digitale al fine di rimanere connesse con i propri clienti, usufruendo dei diversi touch-points offerti dalla tecnologia. E-mail, blogs e social media sono alcuni degli strumenti che le aziende utilizzano per creare un legame con i propri clienti, cercando di fidelizzarli e soddisfare nel tempo i loro bisogni.
Internet of Things
Entrando nell’era della digitalizzazione, non sono state solo le aziende a doversi adattare a questo nuovo modo di fare business ma anche i prodotti stessi. Si è quindi iniziato a parlare di IOT (Internet of Things), ovvero di tutti quei devices, che ognuno di noi ha nelle proprie case, connessi a Internet. Basti pensare ad Alexa, all’aspirapolvere Dyson, al bluetooth delle auto o semplicemente ai nostri smartphones. Sembra impossibile, quasi spaventoso, pensare che a volte sono proprio questi oggetti a suggerirci soluzioni ai nostri problemi. Almeno una volta, ad ognuno di noi sia capitato di parlare con un amico riguardo a un prodotto specifico e pochi minuti dopo, accedendo a Internet, uscisse la pubblicità di quel prodotto. È come se i nostri oggetti ci ascoltassero e subito dopo proponessero una soluzione. Purtroppo però non sempre questa cosa risulta piacevole, infatti spesso sembra proprio di essere controllati. Nasce così il ruolo dei “cookies”, utilizzati dai siti web per archiviare e recuperare informazioni riguardo le ricerche dell’interessato, solamente però se quest’ultimo dà il proprio consenso accettando i cookies.
Per concludere, possiamo dire che, come abbiamo visto, la storia del marketing ha subito delle modifiche nel tempo e sicuramente non si fermerà qui, tutto scorre, e ricordiamoci che senza cambiamento non può esserci evoluzione.
Articolo di Laura Zamprogno
Fonti:
- Ziliani C. and Ieva M. (2019), Loyalty Management: From Loyalty Programs to Omnichannel Customer Experiences, Routledge.
- https://cookieinformation.com/it/che-cose-un-cookie/
Immagini: Canva