Voglio presentarvi questa nuova rubrica cominciando dalla storia di una startup, o meglio quella che è da sempre considerata la startup più controversa della storia.
Un’azienda che ha come obiettivo quello di rivoluzionare il mondo del trasporto urbano. È ora quindi di fare un salto nel passato e di scoprire la storia che si cela dietro UBER.
Pare che una parte di merito sia da riconoscere a Bond, eh sì proprio lui, James Bond.
Era il 2008 quando l’imprenditore canadese Garrett Camp aveva appena venduto la sua prima azienda. Ora viveva alla grande, si godeva la vita notturna di San Francisco e quando si rilassava nel suo appartamento nel quartiere di South Park noleggiava DVD. Una di queste sere decise di noleggiare il primo film di James Bond di Daniel Craig, Casino Royale.
Camp ha adorato il film, ma qualcosa di specifico lo ha colpito.
Trenta minuti dopo l’inizio del film, Bond sta guidando la sua Ford Mondeo alle Bahamas sulle tracce del suo avversario, quando abbassa lo sguardo sul suo telefono Sony Ericsson (che per gli standard odierni potrebbe risultare leggermente obsoleto). In quel momento, proprio ciò che Bond vide sul suo telefono sorprese Camp: un’icona grafica della Mondeo che si muoveva su una mappa verso la sua destinazione.
L’immagine, come ben sappiamo, gli è rimasta impressa nella mente, ma per capire come mai dobbiamo conoscere meglio il nostro eclettico imprenditore.
Garrett Camp nasce a Calgary (in Canada) nel 1978, a 22 anni gli viene offerto un posto all’Università di Montreal e malgrado non abbia particolare voglia di allontanarsi dai suoi genitori decide di fare il grande passo.
Proprio come spesso accade quello che ci spaventa di più è anche la cosa migliore che possiamo fare, infatti il caso vuole che il suo compagno di stanza sia Geoff Smith, colui che ben presto lo aiuterà nella realizzazione del suo primo sito internet.
Garrett e Geoff sono accomunati da una forte curiosità che sfocia in un evidente spirito imprenditoriale. Il loro primo prodotto è un sito Internet che chiamano “Stumble Upon”, che potremmo tradurre letteralmente come “inciampare”, ed è una strana piattaforma per trovare delle cose a caso.
Questi sono gli stessi anni della nascita di Internet, Google sta iniziando a stabilirsi sempre più nel mercato ed è un periodo di vera e propria ascesa per questo settore. Questa è dunque la ragione che spinge i due ragazzi ad andare nell’unico posto al mondo che avrebbe potuto dare risposta ai loro dubbi in merito allo sviluppo del loro primo progetto, l’unico posto al mondo in cui investitori vanno alla ricerca sfrenata di startup: la Silicon Valley.
L’insolito sito Stumble Upon diventa famosissimo tanto che un’azienda arriva a fare un’offerta per la piccola compagnia di Garrett, l’azienda in questione si chiama eBay e la cifra in ballo sono niente meno che 75 milioni di dollari.
Ottimo motivo per festeggiare direi, ed è proprio quello che ha intenzione di fare Garrett.
Ciò che sembra molto semplice, ossia trascinarsi da un bar all’altro, a San Francisco non è poi così facile.
Ogni volta che Garrett esce in strada per cercare un taxi è costretto ad aspettare ore intere prima di trovarne uno.
San Francisco, infatti, pur essendo una delle città più famose degli Stati Uniti, non è mai stata una grande metropoli, tutto cambia però quando cominciano a nascere nella baia alcune delle più famose startup. Tuttavia, la città non è pronta ad accogliere tutte queste persone ed in particolar modo il trasporto pubblico non è all’altezza della situazione, né i tram né i taxi sono efficienti.
Il problema dei taxi è talmente radicato che ormai all’inizio degli anni 2000 diventa una peculiarità della città: se abiti a San Francisco sai che è inutile prendere appuntamenti ad un orario preciso perché tanto i taxi arrivano quando vogliono.
Ed è proprio da una sera in cui quest’infinita attesa alla ricerca di un taxi pare essere stata più snervante del solito che Garrett decide che avrebbe trovato lui stesso la soluzione a questo problema. Quella sera in un appartamento di lusso di San Francisco nasce la prima versione di Uber.
Definire particolare la prima versione di Uber sarebbe a dir poco un eufemismo.
Quello che Garrett aveva inizialmente intenzione di fare era noleggiare delle auto nere eleganti per farle diventare una vera e propria flotta di taxi abusivi, il loro compito sarebbe stato quello di andare in giro per la città ad abbagliare la gente con i fari chiedendo se qualcuno avesse bisogno di un passaggio.
Inutile dire che questo primo progetto così com’era non poteva funzionare granché.
A questo punto a Garrett viene in mente quella scena del film di Casino Royale che tanto l’aveva colpito. Perché non geolocalizzare le auto così da poterle chiamare in anticipo?
Con questa idea Garrett partecipa alla fiera tech “LeWeb” di Parigi. Tra i partecipanti alla serata c’è Travis Kalanick, un imprenditore statunitense che nella storia di Uber giocherà un ruolo fondamentale. Quella sera Garrett e Travis parlano fino a notte fonda per capire come riuscire a sviluppare la loro idea.
Dopo ore intere arrivano a quella che sembra essere la conclusione: perché non fornire alle persone comuni la possibilità di utilizzare le loro auto?
L’idea è brillante e darà vita a quella che verrà poi definita gig economy: un modello basato non più sui dipendenti, ma su liberi professionisti.
Grazie a notevoli e continui investimenti Uber sbarca quindi nelle più grandi metropoli del mondo ed in poco tempo, con la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalleria, riesce ad insediarsi nel mercato e a diventare la più quotata startup della Silicon Valley.
Nel 2015 Garrett ha abbandonato la direzione di Uber rilevando nuovamente Stumble Upon, il sito con il quale aveva esordito.
Travis prenderà la guida di Uber diventandone il volto e il capo supremo, prima di essere travolto da una serie di scandali che lo porteranno nel 2017 a lasciare l’incarico, a prendere il suo posto sarà Dara Khosrowshahi, manager che prima di passare a Uber ha guidato per anni l’agenzia di viaggi online Expedia.
Oggi Uber è un’azienda molto controversa in costante competizione con i concorrenti cinesi, però si è diversificata in molti altri campi come quello del food delivery (Uber Eats) o della guida autonoma con l’appoggio di importanti aziende automobilistiche come Toyota e Volvo.
È un’azienda costantemente al centro dell’attenzione in quanto da un lato si distingue per le continue innovazioni in svariati campi e dall’altro per le accuse che quotidianamente riceve.
Non si può però di certo negare che la storia della maestosa ascesa di Uber nella Silicon Valley abbia fatto sognare molti altri imprenditori che sono stati ispirati da questa piccola-grande startup.
E che la chiave del successo non sia proprio regalarsi dei momenti di relax in compagnia di un bel film da cui trarre ispirazione?
Beh, per Garrett ha funzionato, non si sa mai che funzioni anche per noi!
Articolo di: Chiara Torelli