Che cos’è il retail a misura d’uomo?
Cosa può esserci di così stupefacente in 20 mq? La risposta arriva direttamente da Paesi molto vicini all’Italia, più precisamente da Germania e Svizzera. E’ proprio da questi due Stati che, in questi ultimi anni, stanno arrivando grandi innovazioni che riguardano il mondo del retail. A cosa ci riferiamo?
Il retail a misura d’uomo secondo Edeka
E 24/7 Karow Sommer, visto da fuori appare come un semplice container di pochi metri quadrati, ma è all’interno che si evince la vera innovazione. Ciò che ha progettato Edeka assomiglia più a un distributore che ad un tradizionale negozio di prossimità al quale tutti noi siamo abituati.
Il 23 febbraio 2021 ha aperto il primo negozio pilota, si trova a fianco della stazione di Renningen (Germania), posizione scelta non a caso, ma molto strategicamente, in quanto punto ad alto traffico di passaggio.
All’interno troviamo un solo scaffale, dedicato al pane, ma tutto il resto si affida ai touch screen, dai quali è possibile vedere tutta l’offerta, (attualmente le referenze sono 300 ma si stima arriveranno ad essere 800), effettuare l’ordine e pagare tramite carta di credito oppure tramite applicazione.
Per risparmiare ancora più tempo, sempre tramite applicazione, è possibile prenotare anticipatamente i propri acquisti ed entrare esclusivamente per ritirare.
Il format proposto da Edeka prevede l’utilizzo di personale di vendita solo nelle ore di punta e solo nel banco del servito. Il cliente vive l’esperienza completamente senza interazioni umane, si interfaccia quindi esclusivamente con la tecnologia. Una volta effettuato l’ordine sono i robot (posti sul retro) a prepararlo ed a fornirlo al cliente tramite un plexiglass.
Il retail a misura d’uomo secondo Migros
Un altro esempio di container che offre soprese? VOI CUBE, quest’ultimo progettato in Svizzera, a Grenchen, dall’azienda Migros, è stato inaugurato sempre a febbraio 2021 e posizionato al vicino al supermercato VOI. L’idea è molto simile a quella di Edeka, ma in questo caso non abbiamo touch screen ma veri e propri scaffali che contano un massimo di 500 referenze, in uno spazio di 18 mq.
Per entrare serve un apposito QR code, ottenibile tramite l’applicazione dalla quale è anche possibile pagare. Il VOI CUBE è totalmente privo di personale (anche nelle ore di punta).
Caratteristiche e Time Saving
Entrambi i negozi pilota sono aperti 24 h al giorno e 7 giorni alla settimana, il che li rende ancora più innovativi, appetibili ma, soprattutto, time saving.
Si perché il time saving e automazione sono gli obbiettivi principali che queste due catene della distribuzione cercano di perseguire, ormai è noto che il tempo è la risorsa più scarsa, format come quelli di Edeka o di Migros permettono alle persone di sfruttare al meglio il tempo dedicato alla spesa veloce e non solo perché questi progetti pilota sono automatizzati, ma soprattutto perché sono piccoli, allontanano il rischio di disorientamento dovuto alla troppa scelta, per non parlare della possibilità di prenotare prima tramite l’app, il che rende il punto vendita un mero locker.
Altre grandi aziende in questi ultimi anni sono andate nella direzione del time saving, come ad esempio Amazon Go. Il punto è che questi format sono molto più grandi, quindi inevitabilmente portano le persone a spendere più tempo al loro interno.
Si pensi ad esempio all’apertura recente di Amazon Go Grocery, un vero e proprio supermercato grande 900 mq. Per non scordare che, pur non avendo personale al loro interno, non sono aperti h24.
Anche i locker di Esselunga vanno sempre nella direzione del time saving, ma prevedono un tipo di esperienza differente, che consente di prelevare solo ciò che è stato prenotato, segnalando anticipatamente, le fasce orarie per il ritiro.
Il vero elemento di distintivo che troviamo quindi in E 24/7 Karow Sommer e VOI CUBE, risiede proprio nella loro dimensione, che porta molti esperti del settore a definirli veri e propri distributori walk-in.
Se tutto può sembrare così facile non dobbiamo però dimenticarci di quelle che sono le sfide che questi progetti comportano: come coinvolgere un consumatore che entra in un punto vendita e non trova scaffali? Può un touch screen catturare il consumatore tanto quanto avviene davanti ad uno scaffale? Come scegliere quali prodotti mettere a scaffale, ma soprattutto, come cambieranno i rapporti tra industria e distribuzione?
Tutte queste domande necessitano ancora di vari test, prima di poter trovare una risposta. Di certo, per ora, vi è solo il fatto che le regole dell’in-store marketing cambiano e la consapevolezza che l’experiential marketing stia diventando la base per gli anni a venire.
Per concludere è importante ricordare che questi nuovi format non hanno lo scopo di sostituire tutto ciò che abbiamo conosciuto fino ad ora ma, come riportato sia da Migros che Edeka, hanno la finalità di affiancare i formati tipici, così da poter rispondere ad un tipo di domanda differente che, anche il medesimo consumatore, può esprimere in giorni differenti.
Scritto da: Giulia Lugli