Continuiamo a raccontare le avventure dei nostri traders in giro per il mondo. Questa volta voliamo oltreoceano e raggiungiamo gli Stati Uniti, esattamente a Boston, dove la nostra collega Martina Campion ha svolto quasi tre mesi al Boston College grazie al programma Overworld dell’Università di Parma.
L’esperienza di Martina è iniziata il 9 gennaio e dopo pochi giorni ha iniziato le lezioni della facoltà di economia Carroll School of Management. Il semestre si sarebbe concluso attorno al 10 maggio, ma a causa dell’emergenza COVID-19, le lezioni di presenza sono state interrotte e lo svolgimento dei corsi e degli esami sta avvenendo in maniera telematica.
Durante la sua permanenza a Boston, la nostra trader ha avuto la possibilità di condividere l’appartamento con una ragazza americana e tre ragazzi di origine ispanica e ha frequentato quattro corsi, tre appartenenti al dipartimento di Marketing e uno del dipartimento di Management:
- Integrated Marketing Communication
- Customer Research for Marketing decisions
- Luxury Marketing
- Organizational Behavior
A raccontarci tutti i dettagli dell’esperienza sarà la stessa Martina, la quale, impegnata tra una lezione online e l’altra, ci ha concesso un’interessante intervista in cui ci racconta tutte le curiosità di com’è vivere a Boston e com’è frequentare un’università americana, le differenze che si riscontrano rispetto al sistema italiano, e tutto ciò che ha imparato e riportato con sé in Italia da questa bella avventura.
Quali sono le principali differenze che hai notato tra l’università americana e quella italiana?
“Le differenze principali che ho notato durante la mia permanenza al Boston College riguardano il modo in cui i corsi sono organizzati e la differente vita universitaria. Infatti, il Boston College è strutturato in modo simile al nostro liceo ed i corsi richiedono, sin dalla prima settimana, un elevato carico di studio a casa quotidiano. Riguardo la vita universitaria, il campus del college è una vera e propria cittadina: oltre agli edifici didattici dei vari dipartimenti e alle biblioteche (di cui una aperta anche di notte), ci sono vari dormitori, appartamenti, mense, bar, un teatro, uno stadio, l’arena per le partite ed una palestra di ben quattro piani. La palestra ha numerosi corsi, campi da calcio, tennis, basket e piscine interne. Tutti gli studenti sono molto coinvolti nella vita universitaria, fanno parte di club, partecipano attivamente a tutte le numerose iniziative e sono molto coinvolti nello sport, in particolare nella palestra o negli sport di squadra. Tutti i ragazzi si tengono in forma e si allenano sempre. Lo spirito di appartenenza è molto sentito, soprattutto durante gli eventi sportivi. I servizi sono molto efficienti: uffici, librerie, merchandising sono sempre ben organizzati. Inoltre, sono presenti diverse linee di autobus gratuite giornaliere, che collegano il campus alle diverse zone limitrofe, disponibili per tutti gli studenti.”
Riguardo l’organizzazione dei corsi, come sono strutturate le lezioni?
“Le mie lezioni si svolgono ogni giorno in tarda mattinata e nell’ora di pranzo. La frequenza dei corsi è obbligatoria. Sono concesse un paio di assenze, ma è sempre opportuno avvisare il professore. Le classi sono molto interattive, sono composte da circa 30 studenti e tutti partecipano ed intervengono in maniera dinamica. I professori conoscono i nomi di tutti. Abbiamo assistito ad alcuni interventi di importanti manager aziendali, tra cui, ad esempio, Burger King, Dunkin Donuts e altri meno conosciuti in Europa. In molte classi è vietato l’uso di apparecchi elettronici (computer e cellulari), quindi gli appunti, durante le lezioni, si prendono a mano. Ci sono molti “compiti” da svolgere tra una lezione all’altra: assignments, case studies e readings. All’inizio del semestre ogni studente ha la possibilità di scegliere i corsi da seguire in modo tale da organizzarsi con gli orari e il piano di studio.“
Come vengono svolti gli esami? Qual è il metodo di valutazione?
“Per ogni corso sono previsti due esami scritti: un midterm e un final exam. I parziali (midterms) vengono svolti a fine febbraio, prima dello spring break, mentre i finals avvengono alla fine del semestre, intorno all’ultima settimana di aprile o la prima di maggio. Gli esami sono un mix di domande aperte e crocette, con casi pratici ed esempi applicativi della teoria studiata. Molti corsi richiedono di sviluppare dei project work in gruppo, da presentare in classe alla fine del semestre. La valutazione del project work ha un peso rilevante nella valutazione finale. Il voto finale è infatti stabilito dalla valutazione degli esami, dai project work, dagli assignments e dalla partecipazione in classe.”
Com’è la città di Boston? Quali sono gli aspetti socioculturali che ti hanno maggiormente colpito?
“La città è bellissima, a mio parere una tra le più belle degli States: è caratterizzata da un mix di edifici storici, con mattoni rossi dai tratti europei, alti palazzi moderni e grattacieli. Boston è conosciuta, infatti, come una delle città americane più simili all’Europa. Oltre ai numerosi pub irlandesi, ospita un quartiere interamente italiano, chiamato North End, pieno di ristoranti, botteghe e negozi. Boston è una città molto giovane ed universitaria, infatti nei dintorni ci sono altre note università tra cui Harvard, MIT e Northeastern. Non essendo grande e dispersiva come altre metropoli americane, si può facilmente girare a piedi. La città si trova sull’Oceano Atlantico, quindi il clima in inverno non è dei migliori: in questi mesi ha nevicato circa quattro volte, ma la temperatura media è rimasta costante sui 0-5 gradi e tira spesso un vento freddo. Di americani autoctoni di Boston ne ho conosciuti pochi, la maggior parte venivano da altre città o erano Exchange students come me, ma in generale sono tutti molto cordiali e disponibili ad aiutarti. Il piatto per eccellenza di Boston è il famoso lobster (astice), che viene proposto anche in versione street food come lobster roll. Altre tipicità sono sempre piatti a base di pesce, come le ostriche, la zuppa di pesce. Famosi nello stato del Massachusetts sono i cranberries (mirtilli rossi), che vengono abbinati a molti piatti, drink e addirittura nei cibi salati come i sandwich.”
Hai visitato altre città durante la tua permanenza nel Nuovo continente?
“Si, sono andata a New York durante un fine settimana. La grande mela dista solo quattro ore di autobus da Boston per questo è stata facilmente raggiungibile. Poi sono stata una settimana a Cuba durante lo spring break. Avevo pianificato di visitare altri posti con l’arrivo della bella stagione, tra cui Miami ed un road trip nel Maine e nel New Hampshire, ma purtroppo, con il rientro anticipato, non è stato possibile.”
Com’è vivere negli Stati Uniti? Il costo della vita? Fare la spesa al supermercato?
“La vita al college è abbastanza impegnativa: tra lezioni, biblioteca e palestra passavo la maggior parte delle giornate al campus, uscivo la mattina e tornavo a casa per cena. Il costo della vita è più alto rispetto all’Italia, soprattutto per quanto riguarda il mangiare fuori o per acquistare i prodotti freschi e freschissimi al supermercato. I supermercati a Boston sono davvero grandi, inizialmente impiegavo un’ora per orientarmi e trovare i prodotti che mi interessavano perché gli assortimenti sono molto ampi e profondi. Inoltre, negli Stati Uniti è presente un servizio di Amazon, chiamato Amazon Fresh, che consegna la spesa grocery a domicilio nel giro di poche ore, in base ad una finestra temporale di due ore da te scelta.”
Ci racconti qualche curiosità sugli americani?
“Certo, vi racconto qualcosa: a lezione mangiano, bevono, tengono il cappellino o il cappuccio come nulla fosse, sono molto sportivi, hanno molte esperienze nel curriculum vitae, come internships, lavoretti estivi e attività di volontariato. Lo stereotipo europeo sugli americani che non studiano e hanno solo quiz a crocette è assolutamente falso.”
Perché hai deciso di partecipare a questo progetto?
“Ho deciso di partecipare al progetto Overworld perché volevo mettermi in gioco ed intraprendere un’esperienza formativa non solo dal punto di vista universitario, ma anche dal punto di vista umano. Ho sempre amato viaggiare e scoprire posti nuovi, ma non ero mai uscita dalla mia comfort zone in ambito accademico. In passato ero già stata negli States, mia zia è americana e mi aveva fatto scoprire molti aspetti della loro cultura. Sono sempre stata attratta dall’American dream ma non avevo mai avuto l’opportunità di visitare Boston. Per questo, mi sono informata sul Boston College e mi è subito piaciuto l’ambiente universitario ed i corsi che avrei potuto frequentare, così ho deciso di aderire al programma Overworld, con la speranza di venir selezionata proprio a Boston, che, per altro, è stata la mia prima ed unica scelta.”
Cosa ti ha regalato questa esperienza? Cosa senti di aver riportato con te in Italia?
“Nonostante sia durato meno del previsto, il programma Overworld mi ha dato tanto, sia a livello personale che professionale. Mi ha insegnato ad essere meno critica con me stessa, a mettermi in gioco e a credere nelle mie capacità. Ho imparato a lavorare e condividere le mie conoscenze, le mie passioni con persone con un background culturale diverso dal mio. Ho migliorato ed ampliato le mie skills, grazie anche alla disponibilità dei professori, con i quali ho instaurato un rapporto molto confidenziale. Con questa esperienza, sono riuscita a chiarirmi le idee sul mio futuro e a capire cosa voglio davvero.”
Ritornata in Italia a fine marzo, attualmente Martina sta frequentando le lezioni online dei corsi della Carroll School of Management. A breve terminerà il semestre e sosterrà gli esami finali. Non possiamo che ringraziarla per averci raccontato la sua avventura oltreoceano e augurarle un grande in bocca al lupo!
Creato da Fabio Rauzino.