Per spreco alimentare si intende generalmente quella parte di cibo che viene acquistata ma non consumata e che quindi finisce nella spazzatura.
Secondo un recente studio condotto dalla FAO intitolato Global Food Losses and Food Waste, ogni anno nel mondo vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo di cui l’80% ancora consumabile.
Il valore economico equivale a 15 miliardi di euro l’anno, ma il danno principale è soprattutto quello ambientale poiché quel cibo non consumato corrisponde a ben 24,5 milioni di tonnellate di CO2.
Le perdite e gli sprechi avvengono a diversi livelli della catena di approvvigionamento alimentare, in particolare sono state individuate tre fasi di questa filiera in cui si verificano gli sprechi maggiori: produttiva, distributiva e del consumo.
Ci deve far pensare il fatto che la colpa non è solo della grande distribuzione o delle mense aziendali (scuole, ospedali, società) o della filiera agroalimentare. Il vero problema siamo noi. Secondo i dati Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations) del 2018, oltre la metà dello spreco di tutto il cibo (54%) avviene tra le mura delle nostre abitazioni.
In un mondo in cui si parla di incrementare la produzione alimentare del 60-70% per nutrire una popolazione destinata a crescere sempre di più (9,6 miliardi di persone stimati entro il 2050) la sfida oggi non deve essere produrre di più ma smettere di sprecare ciò che abbiamo.
Questo potrebbe essere possibile adottando soluzioni sostenibili e che vengano incontro al bisogno dei cittadini odierni che nonostante l’evoluzione dei cambiamenti di consumo, sviluppano una crescente sensibilità al tema della sostenibilità in relazione al rapido cambiamento del contesto sociale in cui viviamo.
Ecco dove Treasure8 interviene con il suo processo “Re-Harvest”.
Fondata da Timothy Childs, questa azienda utilizza un approccio basato sulla tecnologia, al fine di convertire i rifiuti alimentari in prodotti sostenibili con ingredienti che mantengono i componenti nutritivi intrinseci.
“Per come la vediamo noi, lo spreco alimentare globale, in generale, è una sfida estremamente grande, altamente complessa, multidimensionale e costantemente fluida. Noi vediamo il sistema alimentare come se fosse un sistema energetico.
In poche parole, il cibo è energia immagazzinata e il nostro compito è quello di prevenire che questa risorsa energetica venga dissipata in modo inefficiente”.
Questa prospettiva trasforma lo spreco di cibo da un problema in una soluzione, che Childs chiama “Rivoluzione delle risorse”.
L’azienda impiega diverse tecnologie e processi volti ad avere un impatto sistemico e scalabile sullo spreco alimentare con un considerevole contributo al cambiamento climatico.
Prodotti interi come mele marcescenti o leggermente danneggiate, per esempio, possono essere trasformati in patatine.
Passando dalla fase produttiva a quella di consumo tramite la distributiva, un altro caso esemplare è TooGoodTogo.
Nata nel 2015 in Danimarca, è un’applicazione attraverso la quale i ristoratori e i commercianti di prodotti freschi possono mettere ogni giorno in vendita una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo per motivi legati alle legislazioni vigenti.
Il cibo invenduto viene organizzato in speciali Magic Box e sarà acquistato al buio, senza quindi che il cliente sappia cosa possa trovare all’interno. Il tutto a un costo davvero conveniente, così da generare un’offerta inedita legata all’elemento dell’imprevedibilità.
Rilevanti sono le collaborazioni con Eataly (da circa due anni) e Carrefour, per citarne solo alcune, a sottolineare l’importanza di questo cambiamento in atto…il senso è sottinteso: meglio consumare il cibo che smaltirlo.
I problemi sono chiari ormai da tempo ma le soluzioni non sono ancora in grado di garantire sicurezze. Per questi motivi oltre a continuare nelle attività di sensibilizzazione con campagne anti spreco è necessario sviluppare sempre di più alternative sia concrete che chiare nella mente dei cittadini del nostro pianeta.
I trend sembrano essere in miglioramento ma la strada verso comportamenti virtuosi è ancora lunga.
Creato da Alfonso Palladino