Il mondo dei media ha assistito la scorsa settimana alla sigla dopo più di un anno di trattative di uno dei matrimoni più costosi della storia , quello tra i colossi Disney (l’acquirente) e Fox (l’acquisita) conclusosi per una cifra che si aggira intorno ai 71 miliardi di dollari.
Non è tanto lo spropositato valore economico dell’operazione a richiedere una riflessione, quanto le implicazioni che questo avvenimento potrà portare all’intero sistema dell’entertainment.
Adesso che Topolino ed i Simpson si troveranno a condividere la stessa casa, Disney si mostra come un colonizzatore del mercato che può far affidamento ad un arsenale difficilmente pareggiabile da parte dei competitors, che va da strutture fisiche, come reti televisive e studi cinematografici, a contenuti di primo livello come le pluripremiate serie Fox (tra cui citiamo anche How I Met Your Mother) I Fantastici 4 e gli X-Man (già in passato di proprietà della Marvel, e dunque indirettamente della Disney, da cui erano stati distaccati anni fa).
Questa neo nata potenza, Netflix e Warner rappresentano adesso i 3 principali players del mondo dell’intrattenimento, questo, sommato alle peculiarità del mercato, che sta risentendo più di altri la rivoluzione tecnologica in atto, potrebbe causare una distanza insanabile tra i 3 colossi appena citati ed i competitors che difficilmente riusciranno ad avere la forza di rispondere allo stesso modo ai cambiamenti del settore.
Tutto ciò rischia di determinare a breve un triopolio dell’intrattenimento.
Nonostante ciò, tutti stanno investendo sulle piattaforme di streaming, e la rete per sua natura permette una più facile diffusione dell’offerta, se dunque un player al momento più piccolo di Netflix o Disney, riuscirà ad intercettare i nascenti trend di mercato, ed a sfruttarli a dovere, avrà forse ancora la possibilità di emergere, anche se, dato l’accentramento progressivo a cui si assiste nel mercato, sembra questa un’ipotesi meno probabile rispetto quella che vede tra qualche anno un player unico detentore di un quasi monopolio dell’entertainment.
Creato da Ruggero Milletarì