Negli ultimi giorni una voce fissa tra i trend social italiani riguarda l’artista sardo Salmo. La motivazione si può ricercare nella fantasiosa strategia di marketing per l’uscita del nuovo disco Playlist, ed incoronata come una delle più geniali di sempre anche dal Sole24Ore.
Tra l’improbabile partnership con Durex, l’aver suonato live parte del nuovo disco travestito da clochard all’ombra del Duomo, e la scelta di canali inediti per il lancio del nuovo teaser, il rapper ha ricordato l’importanza vitale di una buona strategia comunicativa, anche e forse soprattutto in campo artistico.
Già dal leggendario “Rooftop Concert” dei Beatles nel 1969 questo connubio ha portato artisti a stupire non soltanto per le proprie doti musicali e canore, dando agli stessi una enorme spinta in termini di vitalità.
In tempi più recenti si ricordano la trovata di Kanye West, che per il lancio di Yeezus decise di proiettare visual e contenuti del disco sulle facciate di 66 edifici sparsi per il mondo, comunicandolo appena 1 ora prima, o i Daft Punk, che scelsero come location per il lancio di RAM ne Londra ne Parigi, ma la minuscola cittadina australiana di Wee Waa.
A volta la scelta vincente è stata quella di imbastire una pomposa campagna pubblicitaria come fatto dagli Aphex Twin per il lancio di Syro, con tra le altre cose un enorme dirigibile Fluorescente con il logo della band mandato a vagare per i cieli londinesi, altre volte ha vinto l’effetto sorpresa, come avvenuto recentemente con il drop improvviso dell’ultima fatica di Eminem, kamikaze.
Voi cosa ne pensate? I musicisti dovrebbero far parlare soltanto la loro arte, o la creatività in ciò che fa da contorno ad un progetto è un ottimo modo per creare engagement con la propria fan base, e magari allargarla?
Creato da Ruggero Milletarì
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