Vi è mai capitato di notare dei formati bizzarri mentre fate la spesa? È tutto normale.
Per combattere l’inflazione galoppante e non dare al consumatore una sensazione di impoverimento tale da scoraggiare la spesa, le aziende stanno reagendo con una nuova strategia: la “shrinkflation”.
Di cosa si tratta?
Questa parola di origine anglosassone, indica la pratica di ridurre le dimensioni e il peso dei prodotti di largo consumo per mascherare l’aumento del prezzo: la cifra che si paga rimane la stessa, ma il prodotto che si compra è di meno.
Questo semplice trucchetto consente all’industria di ottenere enormi guadagni ma di fatto svuota le tasche degli italiani dando vita ad una sorta di inflazione occulta.
A preoccupare però, non è tanto il fenomeno in sé, quanto piuttosto la mancata trasparenza da parte dell’industria che non segnala mai al consumatore di aver attuato la pratica.
Ridurre il peso è una pratica legittima, a patto che venga comunicata in modo che non si inganni il consumatore inducendolo in errore.
Anche se i consumatori tendono ad essere sempre sensibili al prezzo ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni, scritte in piccolo, sulle dimensioni o sul peso di un prodotto.
È quindi necessaria una chiara regolamentazione che obblighi le aziende a comunicare le modifiche dei loro formati in modo tale che lo shopper venga difeso.
La shrinkflaktion tocca tutti i settori merceologici del largo consumo: si passa dalle confezioni di Philadelphia, diminuite da 200 a 190 grammi, al detersivo per i piatti (da 1 litro a 900ml), ai fazzoletti, i cui pacchetti ora contengono 9 pezzi anziché 10.
Attenzione però; non tutte le diminuzioni segnalano per forza una scorrettezza nei confronti del consumatore. È il caso del tonno in scatola, che diminuendo la quantità di olio, ha alleggerito il prodotto senza però diminuire la quantità di pesce sgocciolato. In quest’ottica, questa pratica può essere anche vista in maniera positiva perché segnala la volontà dell’impresa di ridurre gli sprechi alimentari.
Come possono le aziende comunicare in maniera efficace la diminuzione dei formati, senza allontanare il consumatore?
Ovviamente questo è un interrogativo le cui risposte rimangono ancora incerte. Probabilmente, un modo efficace di comunicare la diminuzione delle quantità potrebbe essere quello di far leva sul salutismo e sull’attenzione ad uno stile di vita sano.
Le aziende potrebbero far leva sull’aiuto che esse forniscono a ridurre le porzioni ingerite in ogni occasione di consumo, in quanto è stato dimostrato che i formati grandi portano il consumatore a mangiare di più.
Meno cibi calorici = stile di vita più sano e maggior controllo del peso.
Questa potrebbe essere una chiave di comunicazione, a te ne vengono in mente altre? Faccelo sapere!
Articolo di Cristina Miani