Tempo di lettura: 5 minuti
Per la rubrica WOT abbiamo intervistato la nostra collega Martina che si trova a Cluj, in Romania, dove trascorrerà l’ultimo semestre del secondo anno.
“Raccontaci la tua esperienza universitaria: quali esami sosterrai e quali differenze hai riscontrato rispetto all’Italia?”
“Gli esami che ho inserito nel piano di studi qui a Cluj sono International Business Law, CRM, Methods in Data Science per Data science for Marketing, Big Data and Web Computing e Promotion Tools and Techniques.
Tutti gli esami sono diversi tra loro, alcuni fanno parte di corsi di Master, altri di corsi di laurea triennali.
Il corso di Big Data and Web Computing è un corso intensivo di tre settimane ed inizia a fine aprile, quindi, in questo caso ancora non ho bene una panoramica di come sia strutturato, ma so che ci saranno cinque ore di lezione ogni giorno per quel periodo.
Per il resto, le lezioni sono una sola volta a settimana per ogni materia e durano circa 2 ore, anche se alcune materie come CRM o Promotion Tools propongono seminari, in aggiunta alle lezioni frontali, che durano circa 2 ore e si svolgono in modo interattivo attraverso project work settimanali da svolgere in gruppo.
Il corso di Methods in Data Science si basa sulla programmazione con l’utilizzo di software come R o Python ed è davvero impegnativo.
I professori molto disponibili, gentili e coinvolgenti, permettono di praticare ciò che spiegano durante i seminari e ogni progetto di gruppo o individuale permette di accumulare dei punti necessari ai fini dell’esame; a differenza di come sono strutturati i progetti in Italia, qui non danno punti bonus, bensì il punteggio da accumulare è necessario al raggiungimento di una certa soglia per il voto finale.
La frequenza delle lezioni non è obbligatoria, ma ovviamente consigliata per svolgere gli assignment, a cui altrimenti non è possibile partecipare. Noi studenti siamo tutti coinvolti allo stesso modo, non notiamo alcuna distinzione tra studente Erasmus o studente rumeno, in quanto i corsi che frequento sono in lingua inglese per tutti.
L’anno accademico è diviso in semestri, ma la differenza con l’Italia è che gli esami di ciascun semestre non possono essere svolti nel semestre non di competenza, bisogna aspettare l’anno successivo. Questo è stato un ostacolo per me nella compilazione del learning agreement, poiché alcuni esami del piano di studi italiano avevano delle corrispondenze migliori con esami del primo semestre qui in Romania, ma non è stato possibile inserirli.
Gli esami si svolgono durante le ultime due settimane di giugno, ma hanno una valenza del 50% o alcune volte del 70% rispetto al voto finale, poiché, come dicevo, una parte dell’esame viene sostenuta attraverso i progetti o i test svolti durante le lezioni.”
“Come l’emergenza sanitaria ha influenzato la tua esperienza?”
“Le lezioni sono state erogate online soltanto per le prime due settimane, non appena le restrizioni per il Covid sono decadute, l’Università ha riaperto le aule al 100% ed è stato possibile ritornare in presenza, addirittura senza mascherine. Seguendo lezioni di diversi corsi, hanno orari molto diversi tra loro: a volte ho lezione alle 8 del mattino, altre volte dalle 5 del pomeriggio o alle 8 della sera”.
“Com’è Cluj? Sapresti descriverla con tre aggettivi?”
“Cluj è una delle città più internazionali in Romania è piena di studenti o lavoratori da tutto il mondo, per questo le persone parlano molto bene l’inglese in quasi qualsiasi luogo. Era la capitale della Transilvania, di dominazione prima ungherese e poi rumena; infatti, gli abitanti qui sono quasi tutti bilingue, oppure chi deriva da famiglie ungheresi tende a frequentare per lo più gruppi di ungheresi e luoghi per ungheresi (es. c’è l’Hungarian Theater dove fanno spettacoli in ungherese e il Teatrul National dove gli spettacoli sono in rumeno).”
“Qual è il costo e lo stile di vita?”
“Tra tutte le città in Romania, credo che Cluj sia una delle più ricche e costose allo stesso tempo. La moneta rumena (RON) ha meno valore dell’euro, per questo spesso le cose risultano essere meno costose rispetto all’Italia, ma in realtà non lo sono più di tanto (poiché spendi senza rendertene conto, ma quando guardi il conto della carta realizzi quanto hai effettivamente speso). Al supermercato in media spendo le stesse cifre che spendevo a Parma, ma alcuni prodotti in particolare come il caffè o l’acqua costano di più anche al bar.
Non posso descrivere una “giornata tipo” qui perché non c’è una vera e propria routine. Le lezioni sono ogni giorno ad orari diversi, e la sera troviamo qualcosa da fare; quindi, capita raramente di rimanere in camera a non fare nulla. È più una scelta quella di non uscire, e a volte anche quando si è stanchi si è tentati dagli amici e dal “mood Erasmus”. Inoltre, la diversa organizzazione dell’Università consente di distribuire meglio il carico di studi durante la settimana, di conseguenza si può sfruttare il weekend per fare viaggi e godersi il tempo libero.”
“Quali sono i piatti tipici? C’è qualcosa che ti ha particolarmente colpita?”
“La cucina rumena è abbastanza buona, ma non comparabile alla nostra cucina (ovviamente). La maggior parte dei piatti tipici sono a base di carne, e prima di iniziare a mangiare al ristorante c’è l’usanza di bere la Palinka, una grappa piuttosto alcolica, molto forte. Il piatto che preferisco tra tutti quelli che ho assaggiato credo sia il Sarmale (sono degli involtini di riso con carne macinata e verdure), ma anche il Mici (salsicce speziate) con la Mamaliga (polenta) è abbastanza buono. Per quanto riguarda i dolci, essendo intollerante al lattosio, ho potuto assaggiare soltanto i Kurtos Kalacs che sono tipici ungheresi, e che di solito si trovano ovunque (sono enormi e puoi provarli in diversi gusti, ma alla base c’è un impasto di farina, zucchero e uova, tutto fritto).”
“Quali altri posti hai visitato?”
“Fino ad ora sono stata a Bucarest, a Sibiu, e nei dintorni di Cluj a fare qualche escursione in collina. Ho pianificato per i prossimi weekend di andare a Brasov e Sighisoara, e sul Mar Nero a Vama Veche. Da Cluj è possibile raggiungere quasi tutti i luoghi, anche se i treni ad alta velocità non ci sono e quindi raggiungere città che in macchina distano circa 2 ore diventa un viaggio lungo (5-6 ore); l’aspetto positivo è che abbiamo un aeroporto in zona, per cui si possono trovare facilmente anche voli nazionali e internazionali.”
“Consiglieresti la tua esperienza?”
“La Romania è sicuramente un paese sottovalutato quando si viene da Stati come l’Italia, perché purtroppo abbiamo ancora una cultura basata molto sugli stereotipi, che ad oggi non trovano grande conferma essendo il mondo ormai globalizzato.
Fare un’esperienza come l’Erasmus è in qualsiasi caso, luogo e momento, un’esperienza che arricchisce, sia a livello culturale e professionale sia a livello personale. Nonostante ciò, non tutti sono in grado di affrontare questo genere di esperienze in modo proficuo e spesso le persone si trovano a fare gruppo con i propri connazionali. A mio avviso questo è il modo per non uscire del tutto dalla propria comfort zone e toglie moltissimo valore all’esperienza. Se c’è una cosa che consiglierei a chi parte per l’Erasmus, a prescindere dalla destinazione, è di evitare il più possibile di ricostruire la propria “casa” all’estero, ma di abbracciare al cento per cento ciò che di nuovo si presenta, a partire dal cibo, dalle persone di cui ci si circonda, alla lingua, etc.
Per chi vuole partire per la Romania o in particolare per Cluj, consiglierei sicuramente di inserire nel piano di studi il corso di rumeno che, per quanto possa sembrare inutile ai fini universitari, è divertente (e utile, soprattutto se si vive in dormitorio!) e di viaggiare molto, soprattutto in Transylvania perché ci sono posti bellissimi da vedere (diversi dalle solite mete turistiche) e soprattutto dei bellissimi paesaggi naturali.”
Articolo di Noemi Di Franco e Andrea Zuppiroli