Federica ha gli occhi puntati sulla sua meta: Itaca nel sole. Federica è appesa ad una parete rocciosa nella valle dell’orco nelle Alpi Graie, sotto di lei il vuoto e a darle man forte il suo amico Andrea e una corda, saldamente agganciata ad un moschettone.
Ciò che lega Federica, Andrea e Adriano è la passione per l’arrampicata e una fedeltà smisurata all’equipaggiamento de La Sportiva, azienda leader nella produzione di scarpette d’arrampicata e scarponi per l’alta montagna, il cui DNA risiede nelle montagne del trentino.
Gli inizi
Boscaioli ed agricoltori delle valli di Fiemme e Fassa si riforniscono di zoccoli in legno e scarponi in pelle presso Narciso Delladio, a cui riconoscono una bravura senza eguali. È il 1928 e l’artigiano decide di partecipare alla fiera campionaria di Milano depositando il brevetto di uno speciale sistema di allacciatura che è presto destinato ad essere utilizzato dalle grandi fabbriche calzaturiere.
Il successo della pelletteria cresce, permettendo alla Calzoleria Sportiva di espandersi fino le città di Trento e Bolzano. Negli anni ’50 entra in azienda il figlio Francesco che progetta la costruzione di un laboratorio nell’estesa zona industriale di Tesero (TN). In questi anni lo sci domina la scena degli sport invernali e l’accresciuta specializzazione tecnica dell’equipaggiamento appare come un’opportunità di espansione di linea per il marchio “LA SPORTIVA”. Il nuovo brand ha un impatto disruptive grazie a audaci soluzioni tecniche ed estetiche.
Il successo internazionale
È negli anni ’80 che il focus di La Sportiva si sposta sul settore arrampicata, garantendo all’impresa trentina il raggiungimento del successo mondiale. L’iconica scarpetta dal colore giallo e viola, infatti, sarà la capostipite di una lunga serie di prodotti all’avanguardia. Nel 1991 verrà penetrato il mercato francese e di lì a poco occorrerà costruire un nuovo stabilimento per far fronte alla crescente domanda a Ziano di Fiemme, dove nascerà il modello “Mirage”: la prima scarpetta che rivoluziona il mondo dell’arrampicata, permettendo di utilizzare i piedi sia in appoggio che in prensilità.
A cavallo dei due millenni La Sportiva sigla un contratto con “The North Face” garantendosi la distribuzione dei prodotti in Nord America, ma a causa di diversi cambiamenti ai vertici dell’impresa americana e nuove strategie non condivise dalla famiglia Delladio, l’accordo viene annullato, mantenendo però la distribuzione nel continente grazie alla nascita di La Sportiva North America, Inc.
Il 2007 sembra essere un anno propizio per il climbing team La Sportiva, che raggiunge nuovi importanti traguardi con la vittoria in coppa del mondo di Patxi Usobiaga e con quella di Kilian Fischhuber nel campionato mondiale di Boulder; oltre ai successi del Team La Sportiva Mountain Runnig nel campionato italiano con la vittoria di Fulvio Dapit.
I successi continueranno poi dal 2017 ai giorni d’oggi. La Sportiva collaborerà con una delle gare più importanti di Ultra Trail, dando vita a La Sportiva Lavaredo Ultra Trail che conta più di 7000 partecipanti.
Una storia di attenzione ai dettagli
Non solo qualità delle materie prime e del processo di lavorazione per l’ultimazione dei prodotti, La Sportiva si dimostra sensibile a tematiche sociali quali l’ambiente, alimentando diversi impianti di produzione e amministrazione al 100% con fonti rinnovabili certificate, sviluppando prodotti green con processi sostenibili. Inoltre, l’azienda adotta il “Codice Etico“, che racchiude i principi di correttezza, lealtà, integrità e trasparenza.
Nel 2020 a fronte della Pandemia l’azienda decide di riconvertire lo stabilimento di Montebelluna al fine di produrre mascherine chirurgiche (avevamo già trattato il tema della conseguenze della pandemia, in quest’articolo) , ma non abbandonerà i clienti a sé stessi: viene lanciata la campagna #SportivadaCasa durante la quale atleti di tutte le specialità consigliano come allenarsi da casa.
Un nuovo mattino
Federica incarna la personalità de La sportiva. Motivata dalla scomparsa del suo caro amico Adriano riuscirà a scalare la montagna concludendo il suo percorso, ma non si sentirà vuota. Raggiungendo Itaca nel sole Federica accetta la conclusione di un periodo della sua vita, ma accoglierà un nuovo mattino, pronta per la prossima sfida, facendo tesoro di ciò che ha imparato. Così come La Sportiva dichiarerà “uniti anche se divisi, scaleremo anche questa cima”, parlando della situazione imposta dalla Pandemia.
Articolo di Rudy Vincenzi