TARGETING DIGITAL: UNA MONTAGNA DI DATI
Giovedì 21 Ottobre 2021 gli studenti di Trade e Consumer Marketing hanno partecipato alla testimonianza di Alessandro Riccomini CEO Aicod, azienda con sede a Parma, specializzata nella comunicazione e informazione digitale. La riunione si è concentrata su due momenti che un’azienda deve affrontare quando si parla di strategie di marketing: segmentazione e targeting digital, con l’obiettivo finale di creare campagne di comunicazione digitale.
Come si dovrebbe lavorare affinché le campagne siano corrette? Quali sono le principali differenze tra il mondo fisico e digitale? Le risposte vanno cercate sul campo, analizzando i trend che caratterizzano i consumatori e i mercati. Osservando tutto questo si potranno costruire delle campagne trasparenti e coerenti, così come richiesto dalla maggior parte delle imprese.
Una montagna di dati:
Nel mondo digitale ogni giorno si colleziona una quantità innumerevole di informazioni, tutte vengono poi immagazzinate nelle varie piattaforme come se si trattasse di un hub che continuamente colleziona dati. Tra i vari software che lavorano in questo ambito, basti pensare a GoogleTrends che riunisce le ricerche effettuate dagli utenti su Google o Sem Rush che invece studia i dati per offrire informazioni, numeri e un’idea generale di quanto venga cercata una determinata parola.
Come si può capire verso quali interessi i soggetti sono inclini? Come si può tracciare questa mole di dati? Con le informazioni sui soggetti per offrire loro esperienze sempre più personalizzate.
Potrebbe capitare che un soggetto visiti un sito e subito dopo lo abbandoni; viene risolto un problema di riconoscimento perché il soggetto viene tracciato. Il tracciamento però apre un’altra questione importante cioè quella della privacy; attraverso la normativa approvata recentemente viene data un’opportunità in più al soggetto, cioè quella di interrompere il rapporto creatosi in qualsiasi momento selezionando cosa accettare e cosa invece rifiutare. Nonostante questo potenziale problema, comunque una cosa rimane certa, e cioè che tutte le azioni digital possono essere comunque facilmente tracciate.
Come costruire un profilo target? È un compito molto ambizioso quanto particolare.
La differenza tra il targeting tradizionale e targeting digital
L’attenzione al contesto tradizionale esiste e persiste nonostante, tra i due, quello digitale assuma un peso rilevante nelle scelte e nelle logiche di lavoro, poiché viene usato quasi al 98% per fare campagne pubblicitarie e vendere. Soffermando maggiormente la nostra attenzione sul digitale, dobbiamo sottolineare in primis che le piattaforme che si occupano di targeting digital e comunicazione sono tante e soprattutto diverse tra di loro, poiché ognuna presenta funzioni differenti: basti pensare a LinkedIn che lavora con la targetizzazione nel mondo professionale usando il sistema “audience network” oppure Facebook che si concentra sull’uso di parole chiave facendo dipendere la qualità della targetizzazione da questo.
Applicazione pratica:
Un’azienda interessata a creare una campagna di comunicazione deve in primis analizzare il contesto in cui lavorare.
Aicod interviene organizzando il progetto in alcuni step per gestire bene questa sfida: parte con una valutazione complessiva dell’azienda stilando un’analisi SWOT, passa a profilare il consumatore coinvolto nel business e arriva a definire politiche di intervento che spaziano da strategie di targeting e advertising fino a politiche di pricing.
Questa analisi permette di collezionare dati chiari sul comportamento dell’utente, seguendolo in tutto il percorso d’acquisto.
È fondamentale seguire questi step come anche rimettere in campo la targetizzazione dei soggetti, con l’obiettivo di migliorare l’intera ricerca e i risultati dell’azienda.
Così facendo, usando le informazioni messe ogni giorno online e rispettando soprattutto la privacy di ognuno si potrebbe costruire perfettamente il target di riferimento.
Una volta fissati gli obiettivi da conseguire ed elaborati i budget si svolgono tutte le operazioni aziendali e si attua la normale rilevazione dei dati. La reportistica è un momento di lavoro che permette di controllare cosa ha funzionato e cosa no ma soprattutto se gli obiettivi siano stati raggiunti.
Conclusioni:
Per sviluppare delle strategie vincenti, le imprese devono avere ben chiaro l’obiettivo, rinnovarsi costantemente e rimanere al passo con i trend, cercando di diminuire qualsiasi potenziale gap. L’utilizzo combinato di strumenti tradizionali e digitali, uniti ad una strategia di marketing e comunicazione pianificata, possono produrre risultati importanti e tangibili col tempo.
Articolo di Andrea Zuppiroli