Sex and The City: il ritorno!
Manhattan, una giovane scrittrice, un computer (rigorosamente Mac) e la tipica frase da inizio articolo: “I couldn’t help but wonder..”, elementi subito riconducibili ad uno degli episodi della serie “Sex and The City”. Dopo più di venti anni, l’Hbo ne ha annunciato il ritorno con 10 nuovi episodi le cui riprese incominceranno questa primavera.
L’amatissima ed irriverente serie cult degli anni ’90 ha rappresentato una vera e propria rivoluzione culturale, affrontando un nuovo modo di vedere le donne come protagoniste, sdoganando dei taboo e soprattutto influenzando la moda di quei tempi.
Gli icon brands di Sex and The City
Pensando a SATC ci sono elementi che balenano subito alla mente: oltre al classico drink Cosmopolitan, è impossibile non ricordare i tacchi di Carrie (Sarah Jessica Parker) rigorosamente Manolo Blahnik, Jimmy Choo o Loboutin, la rivista Vogue, la passione per sfilate e vestiti di Dolce&Gabbana e Prada e le borse di Chanel, Gucci e Fendi.
Queste associazioni sono il risultato di un efficace product placement, che ha permesso di inserire una lunga lista di brand che sposassero il contesto di riferimento e creassero una connessione emotiva con gli spettatori. Tale forma di comunicazione è centrale nel susseguirsi degli episodi, in tutte le sue forme: screen placement ossia quando i prodotti appaiono solo visivamente durante le scene, script placement quindi verbale, e per sottolinearne l’utilizzo, c’è chi ha addirittura creato un video di raccolta dei momenti in cui vengono citati vari marchi chiamato “Brands and the city” della durata di circa 10 minuti, e infine plot placement, che consiste in un’unione di entrambe le strategie.
Cosa hanno in comune tutti questi brand?
Il filo conduttore è senza dubbio la moda ed in generale i prodotti lifestyle e di lusso, silenti co-protagonisti, che però delineano una realtà consumistica che è mutata nel corso degli anni.
Nel frattempo, è venuto a mancare quello che era stato definito dal sociologo Veblen come “consumo vistoso”, che vedeva gli acquisti di beni di lusso una forma di mero esibizionismo per segnalare il proprio status sociale, dando spazio ad un nuovo modo di pensare che vede il consumatore più attento a pagare il prezzo giusto in relazione al valore ricevuto. Questo cambiamento è il risultato di diversi fattori, tra cui un crescente livello di istruzione ed una maggiore responsabilità sociale delle persone, che prestano più attenzione alle conseguenze ambientali e alle condizioni lavorative. Ciò porta ad una concezione di “nuovo lusso” che si allontana dall’esaltazione del proprio status symbol, facendo emergere, anzi, il fenomeno del luxury shame, ed andando ad evidenziare invece lo style symbol, ossia la coerenza del marchio con il proprio stile personale e i propri valori.
Sex and The City e il nuovo mondo della moda
Nelle nuove puntate la componente moda dovrà affrontare questa evoluzione, trovandosi ad avere a che fare con tematiche divenute ora sensibili, prima tra tutte, la sostenibilità, che dovrà essere imprescindibile per le collaborazioni. Si potrebbe pensare a Stella McCartney, Gucci, e Burberry che sono solo alcuni importanti nomi nel mondo del lusso che hanno deciso di mettere l’essere umano e l’ecosistema al centro del business, ma tanti altri sono i brand emergenti nati con queste ideologie di fondo. Il tutto potrà andare di pari passo con un nuovo comportamento delle protagoniste. Sarebbe interessante vedere Carrie riadattare le sue abitudini: per esempio, se prima buttava i vestiti che non utilizzava, potrebbe trovarsi a venderli in un mercatino dell’usato o in una piattaforma apposita, ci si potrebbe aspettare che decida di muoversi in bici o con un monopattino elettrico invece che in taxi, potrebbe sostituire le pellicce vere con quelle sintetiche, o ancora, utilizzare borse e scarpe nate da materiali riciclati…
Sex and The City nel terzo millennio
Il revival si dovrà anche scontrare con una realtà sociale molto diversa: a partire dai telefonini che diventano smartphone, all’arrivo di tutte le nuove tecnologie, l’avvento dei social, figure professionali ed abitudini mutate, per non parlare poi dell’ultimo anno, se si vorrà affrontare la tematica della pandemia. In particolare, la serie è sempre stata etichettata come ultramoderna, infatti ci si domanda se riuscirà a mantenere la stessa lunghezza d’onda con una società aperta, inclusiva e molto più attenta ai temi sociali, come quella attuale.
Insomma, le aspettative sono alte, non sono trapelate indiscrezioni, ed ora quelli che non possono fare a meno di chiedersi quali saranno i brand che rappresenteranno i mantra della moda contemporanea nella nuova stagione sono i telespettatori, ma anche gli stessi brand che inizieranno una gara all’ultimo outfit.
Non resta che aspettare … e che vinca il MIGLIORE (perché, come si è detto, la qualità-prezzo è fondamentale).
Articoli di Giulia Riceputi