L’evoluzione della SEO: dall’on-site alla local SEO
Martedì 13 aprile, durante il corso di Communication and Digital Marketing e il Laboratorio di Digital and Analytics, i traders del secondo anno hanno avuto il piacere di conoscere Gabriele Saccenti, Digital Marketing Consultant, che ha approfondito il concetto di SEO e la sua evoluzione.
1. Cos’è la SEO?
Quando si parla di SEO, Search Engine Optimization, si fa riferimento a tutte le attività di ottimizzazione di un sito web volte a migliorare il posizionamento nei risultati organici dei motori di ricerca.
Il consiglio del Dott. Saccenti, è quello di seguire un processo di“3 attività +1”ottimizzazione tecnica, per permettere ai motori di ricerca di accedere e indicizzare correttamente la pagina del proprio sito web; creazione di contenuti, promozione degli stessi, per riuscire ad essere citati con un link da parte di siti autorevoli; infine, analysis, per comprendere al meglio le dinamiche entro cui muoversi.
Prima di iniziare ad ottimizzare un sito web, Saccenti ha sottolineato l’importanza di conoscere e comprendere bene il funzionamento dei motori di ricerca.
Google scansiona il web attraverso gli spider e sulla scia dei link trova nuove pagine da poter indicizzare. Il sito deve aspettare che ottenga almeno un link da un altro sito già indicizzato, in modo tale che gli spider passino su questo e “si accorgano” della sua esistenza. Solamente in seguito a questa fase sarà possibile effettuare il processo di posizionamento.
Fare SEO significa anche lavorare sulla semantica, cioè concentrarsi sullo studio delle parole e del loro significato; per questo, l’intento di ricerca e il contesto appaiono due elementi principali e strettamente correlati tra loro, che permettono a Google di comprendere le diverse queries e di fornire la migliore esperienza di ricerca possibile. Sulla base dell’intento di ricerca, le queries si distinguono in: navigazionale, informazionale, transazionale. Mentre il contesto della ricerca è tutto ciò che la circonda e fornisce una direzione da seguire a cui attribuire un significato.
Funzionali a ciò sono la ricerca e la selezione delle keywords che permettono di comprendere la domanda informativa degli utenti. Tale selezione viene fatta sull’analisi dei volumi di ricerca, sulla loro rilevanza e la loro concorrenza. Le keywords a coda lunga riescono a rispondere meglio alla domanda informativa degli utenti e a generare potenzialmente più conversioni. È dunque più strategico, adoperare keywords a coda lunga con minori volumi di ricerca, piuttosto che keywords singole molto competitive.
Ottimizzare la SEO vuol dire classificare il proprio sito come Snippet in primo piano, ovvero essere inseriti da Google nel riquadro speciale della parte alta della pagina di ricerca, fornendo all’utente una risposta breve e completa che gli eviti di dover cliccare su un risultato e leggere il contenuto della pagina. Ciò ha il vantaggio di portare più traffico al sito web e aumentare la fiducia degli utenti in quanto la zero position diventa sinonimo di affidabilità del sito.
Lo Snippet, può essere ulteriormente arricchito attraverso i Rich Snippets, che prevedono l’inserimento di ulteriori informazioni come, ad esempio, stelle per le recensioni, voti, tempo di preparazione e kcal (nel caso di una query per una ricetta).
Dopo aver indicato le basi della SEO, Saccenti ha focalizzato l’attenzione sulle diverse forme che ha assunto nel tempo, percorrendo un viaggio che è partito dalla SEO ON-SITE, per poi passare alla SEO Online, alla LOCAL SEO e infine alla SEO Analysis.
2. SEO ON-SITE
Per l’ottimizzazione SEO di una pagina web bisogna attenzionare una serie di elementi come: il title, che deve avere max 60 caratteri, la description, costituita da due frasi di 150-156 caratteri, le keywords, l’headings: ovvero il titolo (H1), i capitoli (H2), i paragrafi all’interno dei capitoli (H3) e i sotto paragrafi (H4) fino a un massimo di H6; e l’alternative tag (Tag <alt>), cioè una descrizione sintetica, per ogni immagine presente sul sito, che aiuti gli ipovedenti a scoprire la pagina e che in generale permetta di comprendere all’utente cosa sta vedendo.
Altro elemento importante è l’uso dell’anchor text, cioè la parola o il gruppo di parole che con un click permettono di collegarsi ad un’altra risorsa online, fornendo un contesto comprensibile al link. Le ancore possono essere testuali, grafiche, miste o dei link che rimandano ad un sito esterno o all’interno del sito/blog. In particolare le ancore testuali devono contenere keywords semplici e descrittive che siano comprensibili ai lettori e agli algoritmi di Google.
La chiave vincente per migliorare le prestazioni della propria pagina web nei risultati dei motori di ricerca, rimane quella di produrre contenuti di qualità sia per gli utenti che per i motori stessi.
3. SEO ONLINE
Per riuscire ad avere i risultati desiderati, non basta ottimizzare la SEO on- site, ma è anche necessario occuparsi di tutto ciò che è al di fuori delle nostre pagine, migliorando la gestione dei link presenti su altri siti che rimandano al nostro.
Si è passati dal Link building, insieme di tattiche che in maniera forzata ottengono un numero sempre maggiore di link da altri siti, al Link earning, meccanismo che, basandosi sulla produzione di contenuti interessanti, permette di attirare link naturali. Questo avviene mediante la produzione di articoli d’interesse per una certa nicchia, la realizzazione di video o infografiche o anche attraverso il guest blogging.
Rimane una carta vincente lo sviluppo delle digital PR, cioè le relazioni pubbliche in forma digitale, per riuscire a promuovere un marchio o prodotto attraverso l’impiego di influencer che grazie alla loro notorietà e visibilità sono in grado di influenzare l’opinione pubblica, creando un vantaggio anche dal lato SEO.
4. LOCAL SEO
La Local SEO è un approccio di marketing online molto mirato, che consente di posizionare un’azienda sui motori di ricerca in modo da essere visibile ai potenziali clienti nel momento in cui effettuano ricerche locali relative ai prodotti e servizi che l’azienda vende.
Negli ultimi anni è diventata una strategia di web marketing molto importante soprattutto per le piccole attività locali, le quali possono ottenere visibilità a fronte di un investimento moderato.
Il principale strumento che Google mette a disposizione gratuitamente è Google My Business (GMB) che permette agli imprenditori di gestire il modo in cui le informazioni sulle attività vengano visualizzate su Google, compresi browser e Maps, di interagire con i clienti vecchi e nuovi e raccontare la storia dell’attività.
5. SEO ANALYSIS
Infine il dottore Saccenti ha spiegato la SEO Analysis, quale componente necessaria per sapere se il nostro sito è indicizzato e per conoscere la posizione di questo rispetto i competitors.
Google mette a disposizione uno strumento gratuito, Google Search Console, che consente di monitorare e gestire la presenza del sito nei risultati di ricerca Google attraverso il monitoraggio di quattro fondamentali KPI: i click totali, le impression, la CTR media e la posizione media.
Tra le piattaforme a pagamento, una delle più importanti è SemRush, che permette di analizzare innumerevoli fattori tra i quali: la panoramica del dominio, il traffico, l’andamento e la posizione delle keywords, i competitors, la Local SEO, il content, la pubblicità e i social media.
Articolo di Giulia Stella