Ci sono domande e domande.
Domande semplici, domande che necessitano di risposte complesse e introspettive e domande per le quali le risposte non arriveranno mai.
Ma… senza perderci in profondi dilemmi esistenziali: quando non sai il significato di un termine chi ti risponde? E perché proprio Treccani? Ammettilo… è proprio lei che ti ha salvato da termini come algido, alterco, astrùso, eristico, pletorico, sacripante. Ah la cara Enciclopedia Treccani! Lume in mezzo all’oscuro abisso della nostra ignoranza.
Un po’ di storia
L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, venne fondato nel 1925 a Roma dall’omonimo Giovanni Treccani e dal filosofo Giovanni Gentile, l’obiettivo dei due era creare anche in Italia un’enciclopedia nazionale. Ambiziosi? Forse un po’ ma a posteriori possiamo dire che ci sono riusciti.
Cultura e (dis)informazione digitale
Occuparsi di cultura oggi non è facile. La società postmoderna è il risultato di una serie di cambiamenti che nel corso degli anni hanno plasmato un nuovo modo di vivere la cultura. La rivoluzione dei mezzi di comunicazione e l’immaterialità dei messaggi convertiti in cyber-testi devono scontrarsi con la difficoltà di scindere il vero dal falso. Infatti, nell’era delle fake news Treccani non è solo un’enciclopedia ma diventa uno strumento di difesa dell’informazione, com’è possibile leggere qua:
All’epoca della diffusione incontrollata delle notizie e delle conoscenze resa possibile dal world wide web, le opere Treccani, cartacee e digitali, continuano a svolgere quella indispensabile funzione di filtro e di validazione che costituisce il compito più alto di una casa editrice e che rappresenta allo stesso tempo una priorità strategica per la cultura del terzo millennio.
D’altronde come osserva François Colbert nel suo saggio “Marketing delle arti e della cultura”:
Le imprese culturali giocano un ruolo fondamentale all’interno della società in quanto difendono l’identità culturale di un Paese.
E questa difesa in casa Treccani passa in prima istanza dalla lotta contro la disinformazione.
Marketing e Treccani: l’effetto Meraviglia
Per quanto essa svolga una funzione sociale, non va dimenticato che Treccani è una vera e propria azienda e come tale non sfugge all’esigenza di reinventarsi in chiave di marketing. Come lo ha fatto? Attraverso una particolare forma di effetto meraviglia.
Uno dei migliori modi per essere ricordati è stupire. L’effetto meraviglia è la reazione di sorpresa che si palesa nel soggetto a cui un determinato messaggio o stimolo commerciale è rivolto. Molto spesso associamo lo stupore a grandi iniziative (si pensi alle campagne di guerilla marketing di cui avevamo parlato qua). Attenzione, non è sempre così! A volte anche una discreta trasgressione è in grado di sorprendere.
Treccani con la sua strategia di marketing ci riesce: non una trasgressione in senso stretto ma una grande capacità di tener fede alla brand identity del marchio in un modo così innovativo e giovane che forse da un’enciclopedia non te lo aspetti. Insomma, un conto è fare informazione con un tono chiuso e solenne, un altro è proponendo i testi di Mahmood.
Content Marketing e diversificazione attraverso una linea di oggettistica (Linea Definizione), sono le due punte di diamante dell’effetto meraviglia Treccani.
Vediamo un meglio di cosa si tratta…
Content marketing: meme, neologismi e testi rap
Se tre anni fa mi avessero chiesto di descrivere Treccani come una persona sicuramente l’avrei immaginata come un professore di latino sulla cinquantina: seria, rispettabile, impostata.
Questo è risultato di quello che in marketing prende il nome di associazione e che rappresenta la diretta conseguenza della brand identity. Essa, infatti, è formata (tra le altre cose) da un insieme di associazioni che l’interlocutore attribuisce alla marca.
È qui che entra in gioco l’effetto sorpresa: modificare l’associazione preesistente è qualcosa che stupisce e lascia il segno. Basti pensare al tono sarcastico di Taffo che mai nessuno – prima dell’avvento del loro modo di comunicare – avrebbe immaginato per un’agenzia di pompe funebri.
Guardando ai post realizzati sui diversi canali social è possibile trovare contenuti variopinti: dall’etimologia delle parole spiegata attraverso i testi delle canzoni di Massimo Pericolo (con annessa analisi nel testo) come nel caso di “Bluff”, a meme appositamente e sarcasticamente normie utilizzati per rimandare ai contenuti della rivista “Il Tascabile” o ai curiosi neologismi contemporanei.
L’informazione è il filo conduttore. Obiettivi di engagement e cultura convivono sinergicamente nella social media strategy Treccani.
Treccani Emporium, Linea Definizione: Diversificare con stile
Immaginate di chiamare le cose col proprio nome, niente di speciale penserete. Adesso immaginate di essere Treccani e di dare l’esatta definizione di quel determinato oggetto.
È questo quello che è stato fatto con Linea Definizione in cui la lingua italiana diventa la protagonista di una serie di oggetti (borracce, quaderni, poster, matite) di una semplicità geniale completamente in linea con la mission dell’azienda ma allo stesso tempo estremamente stravagante.
Come è riportato in Treccani Emporium, l’e-commerce in cui è possibile acquistare gli oggetti:
Definizione, la linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire insieme l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Diversificare con stile: ecco la seconda chiave di successo.
Tiriamo le somme
Stupire senza azioni eclatanti, essere coerenti e innovativi, agire con semplicità e lungimiranza.
Linee d’azione tutt’altro che semplici da implementare. Allora quali sono i punti di forza del restyling Treccani?
- Identificazione di uno stile di comunicazione perfettamente in linea con il target di riferimento: i ragazzi.
- Contenuti di qualità.
- Nuove associazioni attorno alla brand identity.
Ecco come, in pochi semplici passi, Treccani capovolge l’immaginario del vecchio professore tingendolo di freschezza e soprattutto attualità. Io quell’anziano professore adesso lo vedo giovane, colto e irriverente. La cultura sempre sul pezzo: ecco cos’è l’effetto meraviglia.
Scritto da Martina Zagarella