Quore Italiano è tornato a trovarci e lo fa con una veste del tutto nuova. L’Università di Parma aveva avuto il piacere di ospitare Marcello Rizza, Founder & CEO e Beatrice Beani, Business Support & Control, nel maggio 2019. Parliamo di un’azienda che nasce e si sviluppa inizialmente nel territorio parmense, per poi essere trapiantata nella grande Milano; un’azienda radicata nella tradizione che fa della pasta e della pizza gli elementi che consentono un’ampia riconoscibilità dell’Italia nel resto del mondo.
Diciamo sempre che un brand è tale per la sua risonanza, per la sua riconoscibilità, per la sua forza, e aggiungerei anche per la capacità di resilienza. Quore Italiano non può non riconoscersi in questa definizione: da una circostanza complessa ha tratto una possibilità di rivincita cimentandosi, a luglio 2020, nell’acquisizione di Al Mercato, un brand interamente focalizzato sulla vendita di burger, per poi proporne un rebranding che ha incluso l’intero marchio – e che è stato poi pensato anche per Quore Italiano.
Da dove nasce l’idea di una strategia di marche multiple?
Marcello ci ha raccontato che, pensando alla città di Milano, sembrava mancare un concept in particolare: perché non introdurlo? Quello di Al Mercato coniuga artigianalità ed esperienza: carne macinata al momento, onion rings panati al momento… Impossibile resistere!
L’esperimento dell’acquisizione è stata una scelta strategica completamente diversa da quella di Quore Italiano: Al Mercato è un brand super premium con un posizionamento di marketing differente, il cui core business ruota intorno a steaks e burgers, ma senza dimenticare il mondo vegetariano. Il target abbraccia sia il mondo del business che quello delle persone che amano l’unicità della carne. É un concept con servizio al tavolo, un in-dining puro, mentre Quore Italiano prevede casual dining, perché si concentra sulla sensazione di far sentire il cliente a casa mentre gusta un piatto di pasta fresca o una pizza.
Rebranding di Quore Italiano
Dopo l’acquisizione di Al Mercato, si è rivelato necessario lavorare anche sulla brand identity di Quore Italiano, che come sappiamo è possibile solo attraverso un accurato brainstorming e un’analisi SWOT della marca. Il logotipo è stato il principale protagonista di questa rivoluzione nell’aspetto, seguito dal payoff che è diventato “pasta, pizza, tradizione”.
Ma è cambiata anche la palette colori e gli elementi visual: la lettera “Q” richiama il brand in ogni manifestazione visiva, sia in che out of store.
Il layout dei punti vendita, invece, ha visto una rivoluzione che ha riguardato le vetrine, finalmente aperte per consentire maggiore visibilità delle aree di produzione, i colori e materiali orientati ad un mix tra eleganza e tradizione.
Il menù è stato arricchito di elementi tipici della tradizione: pesto fresco genovese, tortelli emiliani, pasta al ragù, salumi di Parma e la proposta della pizza alla pala.
Ma veniamo alla parte che più ha messo alla prova l’azienda e tutti i collaboratori, quella con cui abbiamo aperto questo articolo: la pandemia.
“Non arrenderti mai, perché quando pensi sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio”
Sono queste le parole con cui Beatrice e Marcello hanno presentato le modalità con le quali Quore Italiano ha affrontato l’emergenza sanitaria. Già nel maggio 2019 ci avevano raccontano la volontà di concentrarsi sulla consegna a domicilio di una selezione di prodotti del brand in collaborazione con tre rilevanti società di delivery (ve ne abbiamo parlato qui). Nel 2020 questo progetto non si è solo tradotto in un obiettivo raggiunto, ma è diventato quotidianità e routine.
Tuttavia, anni di sacrifici e investimenti di ogni tipo non potevano essere lasciati al caso: l’ambizioso tentativo di comunicare e valorizzare il nostro territorio non poteva essere lasciato andare. Non solo sono state presidiate le principali piattaforme di delivery per indirizzare gli ordini, ma sono stati anche creati due digital brand per dare importanza all’offerta pasta. Infine, sono state create delle dark kitchen nei punti vendita Quore Italiano, fenomeno molto in voga negli ultimi tempi, che prevede che una parte della cucina di un ristorante già avviato sia dedicata alla produzione di pasti per il solo delivery (ve ne abbiamo parlato qui:).
La comunicazione è stata curata nel dettaglio, perché si tratta del mezzo attraverso il quale convogliare tutti gli sforzi di marketing, sopratutto in un periodo non convenzionale come quello affrontato. Una prima strategia è stata quella di includere diversi influencer affinché potessero dare visibilità ai prodotti brandizzati Quore Italiano, e ciò ha comportato un lavoro non indifferente: Marcello si è impegnato in prima linea nella consegna a domicilio dei prodotti! Chiaramente, come ogni progetto che si rispetti, gli influencer selezionati avrebbero dovuto rispecchiare il posizionamento e il messaggio veicolato da Quore Italiano.
Ma le sorprese non finiscono qui, perché Marcello e Beatrice si sono anche resi disponibili a rispondere ad alcune curiosità della Trade Community.
Come definiresti in tre parole il tuo ruolo in Quore Italiano?
B: «La prima è “coordinamento”: non è semplice fare da bussola tra il punto vendita e l’anima amministrativa! La seconda è “pazienza”, necessaria dato che è portata ad interfacciarsi con tante persone e professionalità. La terza è “complessità”: l’ho scoperto sopratutto nel cambiare lavoro, che mi ha visto lasciare il mondo della consulenza. Adesso il settore è ogni giorno diverso, dinamico, è un continuo rivedere i programmi».
Come coniugare la voglia di fare, la forza di volontà – sopratutto per i giovani d’oggi – con le difficoltà incontrate con la pandemia?
B: «Bisogna avere un obiettivo oltre che positività. Questo vale sempre; io ho lasciato la carriera manageriale per l’azienda di famiglia. C’è bisogno di grinta, di credere in sé stessi, e di porsi un obiettivo, almeno nel medio termine».
Come coniugare la vita professionale con quella sentimentale? É possibile non parlare di lavoro anche a casa per due come voi?
B: «Per me è ancora più difficile perché mio padre è socio insieme a mio marito Marcello, mentre mia madre lavora in ufficio, sempre per Quore Italiano. Certo, non è facile. Non c’è una ricetta, anche a casa quasi sempre io e Marcello parliamo di lavoro, ma abbiamo la fortuna di andare d’accordo. Dipende un po’ anche dalla testa delle persone, bisogna essere molto razionali nel prendere decisioni e nell’esporre le proprie opinioni. Non è solo il tuo collega, ma anche tuo marito».
Scritto da: Clara Corona