Che siate o meno appassionati di elettronica, siamo pronti a scommettere che almeno una volta in vita vostra siete entrati in un grande negozio di questo tipo, e vi ci siete persi.
La confusione in questo tipo di superfici è normale, perché il mondo “elettronica” comprende tantissimi segmenti: a partire dalla telefonia, passando per gli elettrodomestici, i prodotti per il cura casa e persona, computer e tanti altri, ed ognuno di questi declinato per il numero di brand che competono per conquistare il consumatore.
In particolare, l’elettronica di consumo nell’anno precedente ha visto un trend generale più che positivo, con una crescita su base annua di circa il 4% su scala mondiale, guidata in particolar modo da smartphone, tablet e computer. Un dato che può sembrare strano, se non giustificato, è quello che dimostra come a trainare i fatturati di questa categoria non siano i prodotti più economici, quindi che “naturalmente” dovrebbero avere una quantità venduta maggiore perché più alla portata di tutti, bensì quelli top di gamma, con un prezzo premium. Una possibile giustificazione alla base di questo trend è data dal fatto che il consumatore tecnologico odierno preferisce avere un prodotto più performante rispetto ad uno più economico perché ha intenzione di sfruttare al massimo le sue caratteristiche.
Si può quindi con tranquillità affermare che il futuro è tecnologico, ed il consumatore è sempre più esigente e meno curante del prezzo quando si reca in un negozio di elettronica per fare i propri acquisti.
Resta però il problema citato prima: la confusione.
Poiché per ogni tipologia di prodotto ci sono diversi competitor pronti a combattere a suon di colori, immagini, cartelloni e promozioni solo per catturare l’attenzione, il consumatore riceve una quantità di input enorme in un breve lasso di tempo. Questo fenomeno, chiamato choice overload (eccesso di opzioni), tende a scoraggiare il potenziale acquirente – soprattutto d’impulso -, che non sapendo quale alternativa considerare, opta per la soluzione più semplice: nessuna.
MediaWorld ha allora pensato ad una interessantissima soluzione.
Il punto vendita presente a Milano Certosa, già grande di suo (circa 7000 metri quadrati) è stato totalmente ripensato in ottica customer-oriented.
Definito da molti il “superstore di elettronica più bello d’Italia”, questo enorme spazio vendita può essere senza dubbio associato ad un centro commerciale vero e proprio per quanto riguarda la tipologia di formato. Al suo interno infatti, sono presenti 24 negozi interni, monobrand, pronti ad offrire un’esperienza unica al cliente.
Quale è la differenza principale rispetto agli altri negozi di elettronica?
Immaginate un attimo di entrare in un qualsiasi punto vendita classico di questo tipo, e viaggiando tra i caotici scaffali alla ricerca del prodotto che vi interessa, venite fermati da un dipendente di uno dei brand presenti, che vi offre sconti e pacchetti speciali sui prodotti. La prima cosa che fate, senza neanche prestare un minimo di attenzione al prodotto, è scuotere la testa con un sorriso, far capire che non siete interessati, ed andare avanti per la vostra strada.
Non è quindi sbagliato dire che in questo modo dipendente = fastidio.
Cosa accade però nel nuovo punto vendita MediaWorld?
Ognuno dei 24 brand ha acquistato uno spazio, lo ha allestito nella maniera più coerente con i valori aziendali e ci ha messo a lavorare i propri dipendenti, pronti a rispondere a qualsiasi domanda postagli dai potenziali acquirenti ed a concludere la vendita.
Così facendo, il dipendente del brand non risulta più un fastidio, ma un valore aggiunto, cosa che si evince facilmente dalle prime recensioni sul megastore, in cui il leitmotiv è “servizio al cliente eccellente e personale molto informato”.
Come se questo non bastasse, un’altra peculiarità di questo punto vendita è che nonostante le “botteghe tecnologiche”, come sono state chiamate, siano concepite e gestite a tutti gli effetti dai brand, il magazzino ed i prezzi sono quelli di MediaWorld. Questo vuol dire che, nel caso in cui un cliente dovesse scegliere di acquistare un prodotto in uno dei negozi, il prezzo e la disponibilità di questo sono da imputare non al brand stesso ma al retailer.
I brand presenti sono ovviamente legati all’elettronica, quindi sarà possibile trovare marchi del calibro di Samsung (con tre negozi per le sue tre declinazioni mobile, elettrodomestici e TV), Apple, HP, Dyson, Logitech e tanti altri.
In particolare, le curiosità sono 4:
1) Care. Una parafarmacia tech sviluppata proprio da MediaWorld per questo punto vendita rivisitato. Si tratta dell’unico negozio gestito a tutti gli effetti dal retailer e che racchiude prodotti di diversi marchi sulla base di 5 categorie: Baby care, Oral care, Prevenzione, Bellezza e Sicurezza;
2) Alexa. Il colosso del retail online, Amazon, non è nuovo ai negozi fisici, ma questa volta spiazza la concorrenza (in particolare di Google) partecipando con un innovativo negozio nel quale sono presenti prodotti che sfruttano l’assistente vocale sviluppato dalla compagnia di Bezos e che interagiscono tra di loro come farebbero ad esempio in casa, guidati da un assistente – questa volta fisico – che sa come usarli;
3) Tesla. Anche se per poco poiché si tratta di un’esposizione temporanea, l’azienda di Elon Musk ha esposto nel Tech Village una delle proprie auto, la berlina Model 3, pronta per essere raccontata dal personale addetto al consumatore interessato (è possibile anche prenotare un Test Drive);
4) Xperion. Questo non è un vero e proprio brand, ma è probabilmente il riassunto della direzione che prenderà il futuro. Come se 7000 metri quadri suddivisi in due piani non bastassero, il MediaWorld Tech Village ha anche un seminterrato, se così si può definire, di circa 4000 metri quadrati. I progetti per quest’area? Una zona adatta ad accogliere e-sports ed eventi in generale, oltre che intrattenimento sotto vari punti di vista. Quest’area è ancora in fase di costruzione, ma il CEO di MediaWorld Guido Monferrini si dice positivo sull’apertura al pubblico di questo piano nel 2021.
Volendo riassumere quindi il nuovo progetto di MediaWorld, si è capito che è basato su un nuovo consumatore, che vuole chiedere e non essere infastidito, pronto a spendere di più per prodotti tecnologici ad alte prestazioni e conscio del fatto che questi verranno utilizzati fino allo stremo, e che quindi devono essere di buona qualità.
Questo nuovo modello è sicuramente dispendioso sul piano economico date le dimensioni, ma è un apripista per quello che potrebbe essere il nuovo format dei grandi negozi di elettronica futuri.
In attesa dell’apertura del piano inferiore, che sarà il punto di svolta dell’esperienza d’acquisto di prodotti elettronici, il MediaWorld Tech Village è un caso studio interessante da analizzare, e che certamente non passerà inosservato nella storia.
Creato da Luigi Coppola