Avreste mai pensato che Kodak avrebbe puntato sulla riconversione farmaceutica?!
Se avete una certa età come il sottoscritto, sfogliando i vecchi album contenenti le foto che hanno segnato la nostra generazione e quella dei nostri genitori e nonni noterete che i momenti più significativi della vita erano tutti immortalati su pellicola. il tutto scattato da una macchinetta fotografica con annessi rullini da sviluppare dal fotografo.
L’azienda per antonomasia che aveva il monopolio della fotografia era Kodak: nel 1976 deteneva circa il 90% della quota di mercato di tutta la pellicola fotografica, grazie anche a delle politiche pubblicitarie che hanno conquistato l’acquirente, incentrate sulle emozioni e sulla condivisione di attimi leggeri e felici, con lo storico slogan “Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto”,citato dal fondatore George Eastman, promuovendo la prima macchina fotografica per non professionisti.
Gli iconici rullini gialli erano direttamente collegati nella percezione del consumatore alle foto scattate da Kodak, che era diventato il brand simbolo della custodia delle nostre memorie.
È di pochi giorni fa una notizia che sicuramente lascerà di stucco gli esperti del settore e le persone della old generation, ovvero la riconversione farmaceutica che sancisce l’abbandono, da parte Kodak, del settore della fotografia e l’adesione al mondo dei Big Pharma. Il governo degli Stati Uniti infatti ha concesso un prestito di circa 765 milioni di dollari per accelerare il passaggio della nuova ragione economica. Questa scelta è stata attuata sotto la supervisione di Trump attraverso l’International Development Finance Corporation (DFC), istituita dallo stesso presidente nel 2018 con il fine principale di supportare le imprese private a favore di un interesse strategico di beni ritenuti essenziali per l’interesse pubblico. La situazione pandemica degli ultimi mesi ha accelerato di gran lunga il procedimento di diversificazione totale, facendo emergere delle criticità relative alla sanità pubblica, rea di essere troppo dipendente dalle forniture farmaceutiche di India e Cina, soprattutto quest’ultima dove i rapporti commerciali non sono mai stati idilliaci. Si stima che soltanto il 10% della produzione delle medicina in U.S.A. è prodotto sul suolo americano.
Kodak dovrà restituire i fondi entro 25 anni, ma gli effetti positivi finanziari sono già tangibili: un’incredibile crescita di azioni in borsa registrando un +400% sul titolo azionario, con un guadagno di 400 milioni di dollari a sole 48 ore dalla conferenza stampa di Trump che annunciava l’ordine esecutivo.
L’impresa di conseguenza è passata da un valore di 100 milioni fino a raggiungere un cifra attorno ai 2 miliardi.
Kodak,con la rivoluzione digitale ha dichiarato bancarotta nel 2012 ed è stata amministrazione controllata, attuando una riduzione drastica del numero di dipendenti. Il CEO di Kodak, Jim Continenza, si reputa entusiasta nel lasciarsi alle spalle questi anni bui e prevede che il 30/40% del fatturato futuro deriverà proprio da questa riconversione. Per la riconversione farmaceutica di Kodak verranno utilizzati gli stessi edifici di proprietà dell’azienda, facendo ricorso a tecniche per ridurre al minimo lo spreco di energia, vapore e rifiuti, così da abbassare il costo delle infrastrutture. Certamente il know-how chimico che l’azienda ha sviluppato nei decenni precedenti sarà d’aiuto in questa impresa.
Kodak, fondata nel 1888 e con sede a Rochester (New York), si concentrerà sullo sviluppo di sostanze con ruolo di funzione base per i farmaci generici e parte del fondo stanziato sarà messo a disposizione per la riconversione farmaceutica dei fattori produttivi principali in macchinari destinati al mondo pharma. L’azienda svilupperà anche il farmaco antimalarico idrossiclorochina, al centro di numerosi dibattiti riguardanti il suo utilizzo per contrastare il COVID-19,tutto questo nel pieno rispetto delle normative ecologiche. A detta di Trump, Kodak, potrà ristabilire una netta supremazia del mondo farmaceutico americano sui big player degli altri paesi, oltre a favorire economie di scala di una produzione nazionalizzata.
Una nuova grande sfida scaturita dal Covid è stata accettata, cioè quella di riportare la produzione farmaceutica in America, questo appare chiaro nelle scelte intraprese della Casa bianca, dando nuova linfa ad un’azienda simbolo dell’ autenticità americana.
Questa mossa, con l’obbiettivo del bene collettivo, potrà spostare il vanto americano anche in campo farmaceutico e rianimare la credibilità dell’amministrazione presidenziale di Trump fatta di poche luci e molte ombre.
Che dire, ai posteri l’ardua sentenza!
Creato da Simone Maggi