C’erano una volta: lo scaffale, il potere dell’industria di marca, i consumatori.
Lo scaffale era un palcoscenico in cui i prodotti di marca si esibivano nel ruolo indiscusso di protagonisti, tutto il resto faceva da sfondo. I consumatori, invece, non erano nient’altro che spettatori ai quali veniva riservata l’illusione della scelta.
Nel corso degli anni il contesto cambia, la Marca Del Distributore (MDD) diventa una delle colonne portanti del sistema di offerta e si indebolisce la leadership dell’industria di marca. Nel frattempo, si sviluppano i concetti di co-creation, customer empowerment e prosumerismo (neologismo nato dall’incontro dei termini producer e consumer).
Il nuovo ambiente porta a ridefinire i ruoli: gli scaffali ospitano nuovi prodotti, il consumatore è sempre più engaged, l’industria di marca è chiamata ad affrontare nuove sfide. Si diffondono iniziative per coinvolgere il consumatore nel processo produttivo; la customizzazione dei prodotti e le altre forme di co-creation generano un secondo ordine di illusione: quella del coinvolgimento.
Se è semplice parlare di user-generated-content nel mondo digitale, più difficile è trovare un esempio concreto di prosumerismo nel mondo del Largo Consumo Confezionato (LCC).
Non a caso il tema dell’innovazione di processo riveste un ruolo centrale nel contesto produttivo e distributivo italiano. In risposta ad un dinamismo che non ammette insensibilità ai cambiamenti, in un contesto che non consente di restare ancorati ai vecchi dogmi, l’innovazione è una necessità che travolge anche i tradizionali ruoli attribuiti ai diversi attori presenti nel mercato. Le gerarchie vengono stravolte e si delineano nuovi scenari in risposta alla crescente esigenza di manifestare ciò che in letteratura è stato definito come Customer Empowerment.
In Italia la risposta è arrivata da qualche mese. Dietro lo slogan “Chi è il padrone? La marca del consumatore!” si fa avanti l’associazione “La marca dei consumatori” nata per co-creare prodotti nel mondo del LCC dotati delle caratteristiche desiderate dai consumatori, o meglio, ConsumAttori.
La sostenibilità – intesa nell’accezione più ampia del termine – è l’obiettivo prioritario dell’associazione che mira a creare valore per tutti i soggetti coinvolti nei diversi stadi della filiera: dal benessere del mondo animale, all’equo compenso per i produttori fino ad arrivare all’attenzione per le materie prime impiegate, per i processi di lavorazione e ai profili nutrizionali degli alimenti.
Com’è possibile leggere dallo statuto: L’Associazione si propone riunire i consumatori che desiderano partecipare attivamente alla creazione, selezione, produzione e controllo della fornitura di prodotti (alimentari) e dei servizi che saranno loro offerti in futuro. Attraverso di essa, i consumatori esprimono le loro esigenze e partecipano alla progettazione delle specifiche dei prodotti e servizi di interesse collettivo.
I consumAttori sono le colonne portanti di questo nuovo modo di produrre, essi manifestano le proprie preferenze compilando un questionario che permetterà di stabilire le caratteristiche dei prodotti. L’associazione sta lavorando a tre diverse categorie di prodotto riconducibili ai c.d. beni di prima necessità: pasta, uova e latte.
La Pasta dei consumatori
La prima categoria che verrà distribuita a partire dal 25 giugno presso i punti vendita Carrefour è La Pasta dei Consumatori. Un progetto interessante – che l’insegna francese non si è lasciata sfuggire – in cui il parere dei consumatori diventa la linea guida da seguire per la realizzazione dell’output. Prodotta da Sgambaro SPA, utilizzando grano duro proveniente dalla Puglia e dalla Pianura Padana, la pasta dei consumatori rappresenta la sintesi di tutte le attese dei 3558 partecipanti: trafilata in bronzo, essiccata lentamente, packaging in carta riciclabile e proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile.
Il prezzo di vendita – anch’esso stabilito dai consumAttori – di 1,07 euro, permette di garantire un’adeguata remunerazione di tutti i fattori produttivi, sostegno alle comunità di agricoltori e alle comunità locali. Inoltre, l’intero processo produttivo è a basso impatto ambientale poiché realizzato tramite l’impiego di energia green.
Un’utopia? Non più. Un’importante svolta? Probabilmente sì.
La Marca dei Consumatori è un concreto passo avanti verso processi sempre più orientati in una logica win-win. Non una semplice marca ma un insieme di valori condivisi di cui i prodotti se ne fanno ambasciatori che sicuramente ricorderemo come uno dei primi casi italiani di prosumerismo.
Creato da Martina Zagarella