Nell’articolo di oggi atterriamo in India, precisamente nello stato del Kerala, a Kochi, nel sud della nazione. Qui, i nostri traders Anxhelo e Antonietta hanno da poco concluso la loro esperienza Overworld presso la Rajagiri Business School. I ragazzi hanno frequentato il corso PGDM (Post Graduated Degree Management) ovvero il corrispettivo di un programma Master italiano.
Ci raccontano come in India il trimestre sia diviso in due periodi distinti in cui alla fine del primo vengono svolti degli esami valutativi, definiti “mid term” e alla fine del secondo degli esami conclusivi; entrambi concorrono alla formazione del voto complessivo. Tuttavia non sono solo queste due fasi che concorrono a determinare la valutazione finale. La struttura e l’impostazione universitaria indiana è molto diversa da quella italiana. Come ci spiega Antonietta, l’intensità delle lezioni varia da giorno a giorno: si alternano, infatti, giornate più libere con le lezioni che si svolgono solo di mattina e giornate molto intense con lezioni che si prolungano fino a tardo pomeriggio.
I prof. Indiani sembrano essere abbastanza fiscali a quanto pare, è richiesta infatti la presenza obbligatoria e la partecipazione attiva durante le lezioni in quanto entrambi questi fattori contribuiscono alla valutazione finale. Svariati sono i progetti che i ragazzi hanno dovuto portare a termine, in particolare ci hanno parlato di quelli di gruppo che prevedono l’assegnazione di un topic specifico affiancato da una presentazione in Power Point da presentare in classe. Particolarità del sistema indiano poi è quella per cui alcuni corsi prevedano dei quiz online da svolgere alla fine di ogni modulo sulla piattaforma dell’università, anche questi ultimi componente che contribuisce al voto finale.
Anxhelo poi ci ha descritto nel dettaglio le materie scelte: Project Management, Integrated Communication Marketing, Social and Web Analytics (di cui ci parla con particolare entusiasmo perché ha potuto toccare con mano alcuni meandri più nascosti del mondo dei dati nel marketing), Strategic HR e Global Business Economics (di carattere macroeconomico).
Addentriamoci però nella pittoresca società e popolazione indiana, i ragazzi hanno avuto la loro base nello stato del Kerala, che Anxhelo ci descrive come un posto difficilmente riproducibile con semplici parole. Lo stato conta 35 milioni di abitanti ed è colmo di chiese, musei e templi induisti. Ci parlano con grande entusiasmo di vari luoghi che hanno visitato e apprezzato, come ad esempio: Backwaters, una rete di corsi d’acqua all’interno del quale è possibile svolgere un trip in barca e da qui avere una prospettiva sugli spaccati di vita quotidiana della popolazione indiana. Munnar, un posto letteralmente immerso nel verde e quartier generale delle piantagioni di tè indiane, una delle attività commerciali principali del paese. Qui i ragazzi hanno raggiunto la vetta dell’altura attraverso un percorso di trekking durante il quale si aprivano scorci mozzafiato sulle piantagioni e hanno inoltre potuto osservare il processo di coltivazione delle piante. Madurai invece è la città dove è situato il tempio induista più imponente del paese, questo posto li ha fatti addentrare nel vero nocciolo della cultura induista, dove hanno potuto apprezzare la particolarità delle cerimonie religiose svolte al suo interno.
I ragazzi sono rimasti positivamente sorpresi dalla cordialità e dalla gentilezza del popolo indiano, disposto ad aiutare in qualsiasi momento. Gli occidentali, come racconta Anxhelo, vengono visti quasi come esseri di un pianeta diverso per i quali gli indiani hanno una particolare sensibilità, tanto da avvicinarsi in gruppo, ci spiega, in caso di richiesta di informazioni o indicazioni.
In India, come è noto, la mucca è un animale sacro ma Anxhelo ci ha svelato una curiosità: solo a nord dell’India la mucca è completamente intoccabile, al sud invece è possibile anche poter mangiare piatti dove è l’elemento centrale della portata. Piatti, quelli indiani, che i ragazzi hanno potuto degustare durante la loro permanenza e di cui ci parlano molto bene.
Antonietta afferma “Ho scelto l’India per la sua cultura e la sua tradizione, volevo immergermi in una realtà completamente diversa, conoscere il modo di vivere del posto e una mentalità lontana da quella giornaliera così da poter vivere non solo un’esperienza universitaria ma anche un’esperienza personale, alla fine posso. dire che tutto questo mi ha permesso di mettermi in gioco, essere più aperta e capire quanto sia importante adattarsi in un contesto diverso.
Anxhelo invece ci dice che “A qualsiasi persona mi chieda perché ho scelto questa meta rispondo sempre che è stato qualcosa che veniva da dentro. Il posto mi chiamava, non ho mai avuto dubbi sull’India. Ero sicuro e consapevole che avrei affrontato molte difficoltà, visto che si tratta di un ambiente molto diverso dal nostro. Adesso che sono ritornato mi sento arricchito, con molta più voglia di girare il mondo. Questo perché è ricco di sfaccettature che è difficile cogliere se restiamo sempre nello stesso posto.”
Creato da Gennaro Accardi