1223 km orari, Roma-Milano in soli 25 minuti entro il 2020. No, non sono follie ma i numeri di Hyperloop: treno ad alta velocità nato dall’idea di Elon Musk in collaborazione con Virgin, che per primo ha pensato ad un mezzo di trasporto (sia per merci che persone) in grado di ridurre l’impatto ambientale a zero e raggiungere la stessa velocità di un aereo di linea.
L’idea si basa sul trasporto attraverso capsule poste all’interno di un tubo a bassa pressione che, per levitazione magnetica, scivola lungo grosse distanze sfruttando la sua aerodinamicità. È stata la start-up di Musk, la Hyperloop Transportation Technology, a dare origine al Vibranium: materiale più leggero dell’alluminio e più resistente dell’acciaio con il quale il treno verrà realizzato. Una sfida che ha messo in competizione diverse aziende per la realizzazione di questa innovazione così rivoluzionaria, che si ipotizza possa trasformare completamente il sistema del trasporto su rotaia, dalle stazioni alle tempistiche.
Garanzia anche dal punto di vista ecologico visto che sarebbero in grado di accumulare l’energia cinetica generata in fase di frenata, oltre a quella solare garantita dai pannelli montati su tutta la superficie del canale. Dunque, si tratterebbe di un mezzo di trasporto con un bilancio energetico attivo, capace di immettere in circolo nella sua fase “attiva” più energia di quanta ne richieda nella fase “passiva”.
«È come un ascensore di nuova generazione. Ogni capsula, che potrà ospitare dalle 20 alle 40 persone, verrà inviata alla destinazione desiderata indipendentemente dalle altre. Ne partiranno di continuo. Non si tratta quindi di convogli come quelli dei treni, ma appunto di singoli vagoni che come un ascensore ti porteranno al piano desiderato»
Questo è ciò che spiega Gabriele Gresta, fondatore di Hyperloop Italia, costola dell’azienda americana, a Repubblica.
La tecnologia necessaria è già pronta ma ovviamente costruire infrastrutture di questo tipo e ricevere i permessi necessari è l’ostacolo maggiore a questa rivoluzione. Non si tratta però di un buon motivo per definire utopistica questa prospettiva; in fin dei conti si era detto lo stesso di Internet e poi degli smartphone e dopo ancora delle auto elettriche. Eppure, adesso viaggiamo su auto alimentate da motori elettrici mentre riproduciamo la nostra musica preferita dal cellulare connesso allo schermo del nostro cruscotto!
Se gli studi di fattibilità daranno responso positivo vedremo probabilmente una struttura competitiva che muterà inevitabilmente in questo settore e che cambierebbe in modo significativo non solo l’esperienza del consumatore-viaggiatore che richiede tempistiche ridotte ma anche le strategie dei player esistenti che, con la sola alta velocità, non potrebbero stare al passo (anche se il CEO Gresta ha spiegato che le tratte ipotetiche saranno complementari e non antagoniste sia al sistema ferroviario attuale che aereo).
Come tutte le innovazioni tecnologiche ed i “prodotti” più innovativi immessi sul mercato, Hyperloop godrebbe ovviamente della sua unicità e, se apprezzato dal grande pubblico, metterebbe seriamente in difficoltà gli operatori attuali nel trasporto merci e passeggeri, almeno in una fase iniziale.
Ma siamo qui a parlare anche di marketing no?
Abbiamo appena definito Hyperloop un’innovazione tecnologica e come tale segue una famosa legge relativamente alla sua diffusione ed adozione da parte del mercato: la legge di Rogers!
In sostanza, quando un nuovo prodotto viene messo in commercio, soprattutto se si tratta di un qualcosa di innovativo e basato su tecnologie nuove (come Hyperloop per l’appunto), la maggior parte dei consumatori tende a non acquistarlo/farne uso per la naturale diffidenza verso il nuovo e verso soluzioni che non sono mai state testate da amici e conoscenti.
Gli unici disposti a farlo sono i cosiddetti “innovatori”, coloro che sono intenzionati a sperimentare per il semplice gusto di farlo e per il coinvolgimento provato verso quel tipo di tecnologia (in questo caso il trasporto ferroviario). Questi fanno da trampolino agli “adottanti iniziali” coloro che sono più sensibili alle tendenze e ai rivolgimenti del mercato e non vogliono restare indietro e sono disposti a farsi trascinare dagli “innovatori”. Richiamando l’esempio precedente, è un po’ quello cui abbiamo assistito nel mondo delle auto elettriche con una costante spinta dei marchi innovatori e di personaggi pubblici verso l’adozione di questa tecnologia in modo da “accelerare” i tempi di diffusione ed accettazione della tecnologia da parte del grande pubblico.
La cosa interessante è che queste due classi raggruppano meno del 20% del mercato, la cui totalità di consumatori si distribuisce lungo una curva a campana in base al “tempo di adozione” a partire dalla data di lancio del prodotto/servizio.
Solamente quando il prodotto è accessibile ad un mercato più ampio (“maggioranza anticipatrice”) esso diviene a tutti gli effetti economicamente sostenibile, andando poi incontro ai naturali sviluppi di mercato e al proprio ciclo di vita.
Dunque, lo stesso vale per Hyperloop che si qualifica come un progetto dispendioso e che avrà bisogno di essere sostenuto da investimenti importanti per poter “risalire” la curva di adozione ed assicurarsi di arrivare ad un mercato sufficientemente ampio per poter essere sostenibile nel lungo periodo.
Possiamo solo immaginare quale potrà essere l’impatto sugli stili di vita: le distanze saranno abbattute, le merci saranno disponibili in tempi brevissimi aumentando la produttività e le efficienze ditributive, le persone avranno più tempo per se stesse, impiegando meno tempo per spostarsi da un punto all’altro del globo.
Con la spinta di Hyperloop le città e i paesaggi potranno essere ripensati in positivo, senza perdere di vista quindi la responsabilità sociale che le imprese devono sempre mantenere per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita. Un sistema dunque che produce più energia di quanto consuma e non provoca emissioni.
Per i prossimi mesi sono già al vaglio importanti ipotesi progettuali per 6 collegamenti in Italia che non possono che far viaggiare la nostra fantasia e farci immaginare nella nostra vita quotidiana un mezzo di trasporto che finora abbiamo visto solamente nelle pellicole di fantascienza.
Il futuro è sempre più vicino di quello che sembra!
Creato da Gennaro Accardi e Flavio Adriano Iervolino