La costruzione di un brand è un processo continuo che va sempre rivisto e aggiornato, dunque periodicamente può risultare necessario effettuare un rebranding, ossia un’azione di marketing che ha l’obiettivo di riposizionare un brand già esistente, ricostruendo o modificando una nuova immagine aziendale. Questo cambiamento può riguardare elementi costitutivi del marchio come il nome, il logo o il pay-off.
Si tratta di un processo che si rende necessario quando:
- L’azienda amplia i propri servizi/prodotti offerti;
- L’azienda si apre a nuovi mercati;
- Il target obiettivo è cambiato;
- Il logo è graficamente vecchio;
- Nel caso di fusione aziendale;
- Si vuole porre maggiore focus sul messaggio aziendale.
Nel corso di questo articolo approfondiremo le modifiche apportate da alcune aziende internazionali al proprio logo e per farlo analizzeremo un esempio di rebranding per anno, dal 2010 fino ad oggi.
2010: Gap
Nel 2010 la società statunitense di abbigliamento Gap decise di effettuare un rebranding. Lo storico marchio “Old Navy” fu sostituito da un logo costituito da un logotipo e un elemento grafico posto in alto a destra, ma la reazione del pubblico fu avversa e criticò aspramente la novità. Le pressioni mediatiche costrinsero l’azienda di San Francisco a fare un passo indietro e a tornare alla tipologia precedente. Questa testimonianza dimostra come non sia facile modificare la propria immagine aziendale, soprattutto quando si tratta di un brand molto popolare nell’immaginario collettivo.
2011: Starbucks
Nel 2011 la catena di caffetterie nata a Seattle decise di festeggiare i quarant’anni di attività, come? Rifacendosi il look. L’obiettivo fu quello di definire una nuova fase aziendale. Rispetto alla prima versione del 1971, il logo attuale ha mantenuto l’icona della sirena a due code, ma è stata rivista graficamente per renderla più moderna.
2012: Microsoft
Alla fine dell’estate del 2012 venne pubblicato il nuovo logo di Microsoft, costituito da un elemento grafico e da un logotipo. Il primo elemento rappresenta le quattro tipologie di attività offerte (Windows, Xbox, Bing e Office) mentre la componente testuale nella versione attuale utilizza un font Segoe, invece la precedente utilizzava Helvetica Bold Italic.
2013: Ernst & Young
Durante il 2013 Ernst & Young cambiò nome in EY, ritenendo che l’abbreviazione fornisse coerenza e facilità d’uso per le attività svolta dal colosso della consulenza. Di conseguenza cambiò anche il logo, il quale mantenne dal suo predecessore solo il fascio di luce giallo, invece il lettering fu rimpiazzato con un monogramma in grassetto. Fu sostituito anche il pay-off, il quale passò da “Quality in Everything we do” a “Building a better working world”.
2014: Airbnb
Nel 2014 Airnbn decise di effettuare un restyling e introdusse un nuovo logo che chiamò “Bèlo”. Il logo presenta un pittogramma formato da tre elementi, rappresentanti il fulcro dell’attività aziendale: People, Places e Love, andando a rappresentare una A. Il logo fu aspramente criticato ed è stato oggetto di dibattito.
2015: Google
Con il trascorrere degli anni, Google si è evoluto e ad oggi non corrisponde solo ad un motore di ricerca da visitare, ma ad un network costituito da siti, app e servizi fruibili su smartphone, PC e tutti i dispositivi con un browser. Perciò, Il gigante di Mountain View aggiornò il proprio logotipo nel 2015 rendendolo più fresco e scherzoso, in maniera da rappresentare i nuovi modi in cui le persone visitano Google. Nel rebranding venne sviluppato anche un pittogramma a forma di G e con i quattro colori del brand, il quale fa le veci del “fratello maggiore” quando, per questioni spazio, non è possibile utilizzare la versione estesa.
2016: TIM
Da Maggio 2015 i marchi di rete mobile e fissa, rispettivamente TIM e Telecom Italia, si sono congiunti in un solo brand: TIM. Di conseguenza è stato necessario anche stravolgere il logo: vi è un pittogramma che rappresenta una T a contrasto, il quale richiama attraverso i segmenti in rosso gli storici loghi precedenti, i quali si proponevano di rappresentare le voci che si muovono lungo i fili, e un logotipo molto semplice e lineare.
2017: Juventus
È piuttosto raro che una squadra sportiva decida di cambiare il proprio logo in favore di uno più minimal, ma è quello che è accaduto alla Juventus, squadra torinese di calcio, nel Gennaio 2017. Il nuovo logo costituisce una rivisitazione moderna del “formato a scudetto” tipico dell’ambiente calcistico, al quale vengono integrate le strisce bianco-nere e la lettera J.
2018: Dunkin Donuts
Anche Dunkin Donuts ha subìto negli ultimi anni un rebranding sul logotipo, rendendolo più essenziale. Questa esemplificazione è stata suggerita indirettamente dai clienti, poiché in molti identificavano la catena di ciambelle e caffè solo come Dunkin. Eliminata la parola Donuts, contestualmente è stata rimossa anche la tazza di caffè fumante con le iniziali del brand, lasciando solo un richiamo alla precedente versione con l’apostrofo in rosa.
2019: Warner Bros
Il 2019 è l’anno per un nuovo logo per la Warner Bros, casa di produzione cinematografica e televisiva, che ha deciso di rendere più moderna la propria immagine per comunicare unità e connessione. È stata preservata la “stranezza” del font che rappresenta le iniziali sullo scudo, mentre la scritta per esteso del brand è stata posizionata in basso. Curiosità: la forma dello scudo è basata sulle proporzioni della sezione aurea, mentre per il monogramma è stato creato un font ad hoc chiamato “Warner Bros. Condensed Bold”.
Generalmente, la tendenza degli ultimi dieci anni è stata quella di rendere i loghi più semplici ed essenziali. La predilezione verso linee pulite e bidimensionali ha sicuramente lo scopo di migliorare la riproducibilità del marchio su tutti i canali di comunicazione.
Per un’azienda è fondamentale trasmettere i valori aziendali in maniera chiara e un logo in linea con la propria identità risulta essere indispensabile per poter ricoprire una posizione di top of mind nella mente del consumatore.
Creato da Salvatore Ferraro