Rispetto al passato, il settore musicale ha subito una profonda trasformazione che lo ha portato ad una transizione dalla forma fisica (vinili, cd, supporti di riproduzione ecc.) a quello che, numerosi studiosi di questo mercato, definiscono come forma “liquida” (streaming, podcast, Youtube ecc). Anche David Byrne, storico frontman dei Talking Heads, si è dedicato all’argomento analizzando a fondo questo passaggio che ha rivoluzionato inevitabilmente anche il modo di formulare nuove opportunità di business per le aziende. E’ proprio questo nuovo modo di concepire il prodotto musicale che ha dato vita a due interessantissime app, Stereotheque e Seeqnc. In un mondo sempre più digitalizzato, dove il consumatore si trova ad essere costantemente connesso, la musica diventa fruibile in maniera esponenziale. Nasce allora la possibilità per artisti e produttori di sfruttare questi nuovi mezzi per emergere e cogliere tutte le opportunità che gli Smart Services mettono a disposizione. Quelle di cui parleremo oggi sono due start-up che stanno cercando, con buoni risultati, di inserirsi in questo nuovo ambiente che si è venuto a creare successivamente alla rivoluzione digitale e alle ICT. In Italia ancora non vengono sfruttate a pieno, ma non sarà nuovo a chi legge constatare la lentezza del nostro paese su alcuni argomenti.
La newyorkese Stereotheque, nata da un’idea del CEO Tomas Uribe, ha come core competence quella di dare supporto agli studenti delle scuole musicali, artisti emergenti e nuove leve di dare inizio ad un vero e proprio percorso di carriera, con consulenze e contenuti originali. L’app, anello di congiunzione tra due livelli apparentemente distanti fra loro, permette di mettere in contatto gli artisti con profili più vicini all’ambiente manageriale della musica, una sorta di scouting che potrebbe generare vantaggi anche per le etichette. E’ il peer-to-peer il punto forte che permette a Stereotheque di emergere, tutti sono sulla stessa piattaforma, sullo stesso piano e senza alcuna forma di discriminazione si può venire in contatto molto facilmente. Nasce quindi anche un nuovo modo di ottenere profitti tramite un’attività che converte, grazie al cloud, connessioni digitali in offerte di lavoro.
Nelle lande austriache del buon Mozart, invece, nasce Seeqnc. Un’app che si rivolge a producers ed etichette. Seeqnc consente di tenere monitorati gli Airplay, ossia tutto ciò che riguarda i passaggi in radio o le riproduzioni di tracce nei locali. Utilizzando l’app si può giungere a conoscenza di chi, effettivamente, stia riproducendo o suonando la traccia e avere i relativi dati a disposizione. Il sistema, infatti, invia una notifica nel momento in cui altri riproducono il pezzo, rilevando automaticamente l’esecuzione.
Queste sono solamente due delle numerose app che pian piano stanno spuntando nel mondo della musica, un elemento che, per dirla alla Kotler, rimane imperturbabile nonostante le continue “turbolenze dei mercati” e che può adattarsi a qualsiasi altro tipo di rivoluzione assisteremo. Sarà questo allora il futuro della musica? La dimensione digitale sopprimerà completamente quella fisica? Staremo a vedere!
Creato da Gennaro Accardi.