Instagram è forse l’app più apprezzata dalla Generazione Z ed è ormai parte della giornata dei più giovani ma anche del pubblico adulto. Il social conserva ancora una freschezza apprezzata dagli utenti e con un miliardo di utenti attivi mensilmente è la piattaforma di riferimento degli ultimi anni con un lato business sempre più sviluppato, contando più di 2 milioni di advertisers al mese e 25 milioni di profili business. Di fronte, però, all’affermazione che spesso si sente, secondo cui “Facebook è morto”, non bisogna dimenticare che la creatura di Zuckerberg vanta 2.41 miliardi di utilizzatori al mese ed è ben lontana dal diventare obsoleta, offrendo molte features e strumenti non disponibili altrove, sia lato privati che business.
La novità di questi giorni è che Instagram andrà incontro ad un cambio look modificando il proprio nome. All’origine di tale scelta c’è la volontà di Facebook di sottolineare il legame della prima con la casa madre. La stessa strategia sarà applicata a Whatsapp (sempre di proprietà di Facebook), trasformando i due social in “Instagram from Facebook” e “Whatsapp from Facebook” (in italiano “Instagram di Facebook” e “Whatsapp di Facebook”).
Una notizia di questo tipo dà molto da riflettere sulla strategia che si sta dispiegando per il futuro delle tre piattaforme. Non è passato inosservato il tentativo di pochi mesi fa messo in atto da Zuckerberg al fine di unificare i 3 social (o meglio le chat Instagram, Whatsapp e Messenger), andato poi incontro ad un rallentamento di fronte al primo stop avanzato dall’Antitrust tedesco.
La modifica del naming si pone sulla stessa linea sottolineando lo stretto legame fra i tre e legandone le sorti, nel bene e nel male. Difficile dimenticare infatti gli scandali che hanno coinvolto Facebook relativamente alla privacy e ai dati degli utenti, minando parzialmente la fiducia degli utenti e del mercato. Il prendersi la responsabilità di scaricare questo “peso mediatico” anche sulle due app possedute dall’azienda dimostra come l’interesse nel legare il destino delle stesse sia maggiore rispetto al “danno d’immagine” che ne può derivare nel breve periodo, se di questo si possa effettivamente parlare.
Possibile che Facebook stia semplicemente preparando il terreno per una unificazione delle 3 app in una salsa differente? Una possibilità che non è da escludere considerando anche il valore che i dati raccolti hanno per l’azienda e per le terze parti coinvolte. Lo scenario possibile è quello, infatti, in cui l’utente goda della semplificazione derivante dall’integrazione di alcune funzioni fra le varie piattaforme consentendo a Facebook di creare un profilo utente sempre più dettagliato e approfondito, raccogliendo dati di diverso tipo e da fonti differenti; dati certamente di maggior valore per l’azienda stessa e per le attività di advertising e vendita che avvengono all’interno e tramite le sue infrastrutture.
Si è discusso molto attorno all’affermazione di Zuckerberg dello scorso F8 secondo cui “The future is private”, ma quello che resta da comprendere, fra legittimi dubbi sulla privacy e sull’utilizzo dei propri dati, è per chi questo futuro sia davvero privato.
Creato da Flavio Adriano Iervolino.