In occasione del ciclo di incontri del RetailLab, il giorno 9 maggio Mattia Longhin, Visual Project Manager di Pinko, ha fatto visita agli studenti della Laurea Triennale del corso di Cross-Cultural Marketing tenuto dal Professor Simone Aiolfi, e del corso di Economia e Gestione delle Imprese tenuto dal Professor Edoardo Sabbadin.
Argomento centrale della testimonianza è stato quello della store experience come modello operativo nel fashion retail.
La nota azienda di moda italiana, nata nel 1990 da Pietro Negra e da sua moglie Cristina Rubini, incorpora in sé una tradizione familiare, grazie al successivo inserimento delle figlie. Il principale obiettivo di Pinko è quello di emozionare i consumatori, entrando e crescendo in un segmento altamente concorrenziale come quello dell’Entry to Luxury.
Valori come creatività, innovazione, ricerca e qualità nella manifattura si uniscono ai tre caratteri tipici dell’azienda: “contemporaneità, femminilità e wow effect”. Elementi che combinati tra loro permettono di spostare il focus sull’esperienza; esperienza che per Pinko è più importante dell’oggetto in se per sé, poiché l’azienda vuole comunicare insieme al prodotto le emozioni che questo può suscitare nei consumatori.
Il target di Pinko è rappresentato da donne con una forte personalità, e con un’età compresa fra i 30 ed i 50 anni.
Ogni stagione Pinko presenta tre collezioni: Pre, Black Collection e P_Jean, in modo da mantenere alto l’interesse del cliente e garantire un costante rinnovo dei capi in store.
Inoltre, sono presenti due diverse tipologie di capsule collection: Uniqueness e C-Clique. La prima, più sperimentale, è caratterizzata da un’anima giovanile e cool, la seconda, più easy, è perfetta per appuntamenti informali, viaggi di lavoro e per il tempo libero.
Le merceologie di accessori che l’azienda Fidentina offre, sono essenzialmente tre: Shoes, Love Bag e Pinko Bag, e tutte quante giocano su elementi come la contemporaneità, l’iconicità e la ricercatezza.
La brand awareness si identifica con il grado di notorietà del brand all’interno di un determinato pubblico di riferimento. In Pinko è fortemente caratterizzata da una comunicazione unificata a tutti i livelli ed è accentuata dalla localizzazione dei punti vendita presso le principali vie del lusso delle più importanti città.
Il concept degli stores, pur mantenendo la propria identità, si arricchisce di elementi tipici dell’architettura locale al fine di incentivare la connessione socio-culturale con il territorio di appartenenza.
La comunicazione ha vissuto un’evoluzione interessante; al media mix composto inizialmente da: print advertising, PR, billboard e celebrity endorsement, si è aggiunta progressivamente anche la componente digitale con elementi come il digital advertising, il social advertising e il digital PR.
Pinko, che si serve di programmatic advertising per la creazione di banner pubblicitari, ora utilizza anche post sponsorizzati, campagne di social adwords e la targhettizzazione sempre più accurata dei gruppi di consumatori da colpire.
Importanza rilevante hanno le operazioni di ambassadorship mediante influencers che comunicano attraverso seeding di prodotto.
Il product placement è stato effettuato in 11 Paesi, selezionando 400 influencers per tutto il corso dell’anno.
Fra le collaborazioni più iconiche del marchio, se ne ricordano due quella realizzata con Citroën per il modello C3 “By Pinko” e quella più recente effettuata con Italian Independent, per la creazione di una linea di occhiali.
Con il suo sistema di CRM, Pinko pone il cliente al centro dello shopping.
L’azienda mostra particolare attenzione anche per la componente del visual merchandising, effettuato mediante lo studio e la progettazione del window display.
L’attenzione alla sostenibilità ambientale è presente all’interno di tutti i livelli del mondo Pinko. Infatti, la stessa struttura, situata a Fidenza e realizzata nel 2008, viene definita una “Fabbrica del verde”. Si tratta di un edificio realizzato in cemento armato, dotato di accorgimenti high-tech e attento alla sostenibilità ambientale.
Pinko ha da sempre mostrato grande interesse per la salvaguardia del pianeta, è per questo che dal 2018 ha deciso di avviare il progetto Treedom, mediante il quale intende creare la prima “pinko forest”, una piantagione composta da 10000 alberi da frutto. Tale progetto sarà sviluppato in Kenya coinvolgendo le popolazioni autoctone.
Temi come innovazione, design e lavoro di squadra sono coniugati in un’etica volta alla valorizzazione del lavoro femminile, vista la grande componente di lavoratrici presenti nel comparto dipendenti, con oltre 1000 impiegati in tutto il mondo. Questo ha portato alla realizzazione, presso l’headquarter, di un asilo chiamato “Il Piccolo Principe”.
Sostenendo che “La moda è un gioco, la cui unica regola è non avere regole, fatto di bellezza e divertimento ma anche veicolo di contenuti”, Pinko sta vivendo un importante crescita, vi è infatti un’apertura dei mercati giapponesi ed americani, ma l’espansione vera e propria sta avvenendo in Europa e Cina.
Il mondo del lusso è altamente competitivo, ma la distinzione e il posizionamento offerti dai valori associati al marchio, possono davvero fare la differenza, e Pinko ne è l’esempio.
Creato da Gabriele Avanzi