Il giorno 27 marzo, i corsi di Laurea Magistrale in Trade e Consumer Marketing e Amministrazione e Direzione Aziendale, con alcuni studenti del terzo anno di Laurea Triennale in Marketing si sono recati in visita alla Dallara, una delle grandi realtà motoristiche della regione Emilia-Romagna.
Durante la visita, è stato possibile ammirare glorie del passato e del recente mondo delle corse, e imparare nozioni riguardo il susseguirsi di innovazioni che hanno reso Dallara un marchio di successo.
Il museo ospita esemplari destinati a diverse tipologie di gara, ma anche vetture stradali (come, infatti, l’omonima creazione dell’azienda).
La visita è proseguita con la presentazione del libro “Creazione di lavoro nella stagione della quarta rivoluzione industriale“, del Professor Stefano Zamagni.
Dopo l’introduzione di Angelica Dallara, il Professor Franco Mosconi (ex alunno di Zamagni) ha illustrato l’importanza di non dipendere dalla speculazione finanziaria ma, piuttosto, di interrogarsi sul senso della vita. L’esportazione di un know-how è segnale di una manifattura di successo che, basata su una tradizionalità che migliora la qualità, incuriosisce.
Come anticipato a lezione, si è sottolineato il ruolo trainante dell’Emilia-Romagna, anche attraverso lo studio del comportamento delle persone. A questo proposito, si è ricordato che il lavoro deve essere sempre pensato per l’uomo.
Proseguendo coi commenti sul manuale, Sara Rainieri ha sottolineato l’alta responsabilità che l’Università ha sugli studenti (diventati ora 27.000), riflettendo sul suo ruolo e impatto sociale.
La formazione rappresenta l’unione di più competenze (tradizionali e innovative, ma anche multidisciplinari e trasversali) col fine ultimo dello sviluppo di connessioni.
Il mondo del lavoro richiede molti più studenti ed esperti rispetto a quanti effettivamente ce ne siano e, per questo, si punta a creare una sinergia fra atenei e territorio, per insegnare agli studenti in modo innovativo.
Giampaolo Dallara, soffermandosi sull’impatto del processo tecnologico, ha affermato di credere in una nuova organizzazione del lavoro, realizzata passando da uno sviluppo radicale della politica, perché riesca a seguire in modo efficiente l’industria.
Bisogna superare la pigrizia intellettuale, evitando di considerare il lavoro come l’alternativa sfortunata dello studio.
L’Emilia-Romagna ha alti tassi di crescita, e questa passa per fattori come la coesione sociale e il volontariato.
Andrea Pontremoli ha sottolineato l’importanza della responsabilità sociale e dell’etica.
Il mestiere dell’imprenditore è secondo per difficoltà solo a quello del politico, infatti, la gestione dell’impresa viene paragonata alla cura che si riserva a un figlio: non si può pensare di profittare dal proprio figlio ma, piuttosto, impegnarsi affinché possa vivere in modo migliore.
Dallara fa sedere allo stesso tavolo marchi come Ferrari, Lamborghini e Maserati, creando percorsi di formazione che uniscano gli interessi di tutti.
L’imprenditore italiano, di sua natura, vuole fare una cosa e renderla migliore al mondo; a differenza di altri Paesi, in cui si pensa a creare qualcosa da poter vendere per profittarne.
Infine, Stefano Zamagni, parlando delle benefit corporations, ha elencato le tre caratteristiche essenziali dell’imprenditore: propensione al rischio (considerando la differenza fra prudenza e temerarietà), la capacità d’innovare (rompere gli equilibri e non fermarsi), e l’asse combinatorio (saper dirigere come un direttore d’orchestra, generando armonia).
Recentemente nominato Presidente dell’Accademia Pontificia, il Professore ha fatto chiarezza sui termini alternanza e convergenza fra la scuola e il lavoro, sottolineando che si istruisce a scegliere, senza dimenticarsi di educare a decidere.
Non basta la razionalità: serve saggezza per uno s-viluppo che consideri la felicità come suo principale obiettivo.
Il convegno viene concluso con una massima di Rabindranath Tagore “Quando il sole tramonta, non piangere, perché le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle“. Nel nostro caso, sta a significare che, anche quando le condizioni economiche e di mercato si fanno difficili, è importante non dimenticare il network di imprese che l’Emilia-Romagna rappresenta.
Creato da Gabriele Avanzi