Correva l’anno 1990. “Un ingegnere inglese Tim Berners-Lee inaugura il World Wide Web, e cambia il mondo.” È questo l’incipit della rivoluzione digitale, secondo Baricco nel suo ultimo libro “The Game”.
Una rivoluzione digitale che ha cambiato il nostro modo di pensare, acquistare e comunicare; che ci fa vivere in un mondo veloce ed immateriale, intrigante ma allo stesso tempo ricco di buchi neri.
Così come la società, anche le aziende si trovano a cavalcare opportunità ed affrontare minacce del mondo digitale.
È per questo che l’aula degli studenti del corso “Social Media Marketing”, tenuto dal professor Marco IEVA, giovedì 21 Marzo, ha affrontato il tema della digital advertising con Matteo Meago e Marco Carola, Digital Marketing Specialist in Crédit Agricole.
Il mondo del digital advertising pesa il 33% sul mercato totale, comprende chiaramente il mobile e sempre più i weareable tool e i dispositivi voice. A fronte delle frequenti ma brevi sessioni online giornaliere e della sempre più frammentata Customer Journey, le aziende hanno la necessità di conquistare i clienti nel cosiddetto ZMOT (Zero Moment of Truth). L’imperativo è quindi, quello di essere presenti nei micro-moment.
La presenza non è la sola conditio sine qua non per determinare l’esito desiderato, poiché bisogna essere in grado di offrire contenuti pertinenti nel più breve tempo possibile. L’esistenza di questa triade di pilastri garantisce, inoltre, al sito di essere classificato nei primi risultati dall’ad rank di Google.
Per avere un approccio più vicino alla Journey del cliente, Crédit Agricole utilizza il modello Data Driven.
Ma, prima di rivolgersi ad un’agenzia, è importante anzitutto fissare gli obiettivi da raggiungere.
Stabilito il budget, sarà l’agenzia a scegliere i media con cui collaborare. Sono due le principali criticità che emergono: l’esistenza della Tech tax e di guadagni extra delle agenzie. Quest’ultimo aspetto noto come DN riguarda gli introiti delle agenzie derivanti dalle fee erogate da alcuni media, a fronte di una concentrazione delle pubblicità. Seppure non si può negare l’esistenza del conflitto di interessi, per giunta legale, in Italia non esiste ancora alcun tipo di legislazione, a differenza di altri Paesi.
Le insidie si nascondono sempre dietro l’angolo e tra queste vi sono i click impression fraudolenti, ossia generati da bot o da persone non realmente interessate. Apparentemente può sembrare fantascienza, ma numeri alla mano, da quando Google ha impostato un filtro per eliminarli, si è registrato un calo del 15%.
Inoltre, sono state approfondite alcune tra le strategie implementate, in cui rientrano quelle di Smart bidding. Si tratta di un sistema di asta automaticamente generato da Google grazie al machine learning, che permette di ottimizzare le conversioni e risparmiare tempo.
Oltre ad esporre alcuni degli aspetti tecnici legati alla loro mansione, i Dott. Carola e Meago, hanno svelato elementi imprescindibili, di cui dovrebbero fare tesoro tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera del Digital Marketing Manager: l’indispensabile frequenza di corsi di formazione (anche gratuita), l’esperienza, la pratica e l’aggiornamento, perché nel mondo veloce in cui viviamo, non possiamo permetterci rimanere in stand-by.
Creato da Carmela Perrini