Il cinema e la televisione sono da sempre lo specchio dei tempi, influenzano e sono a loro volta influenzati dalle dinamiche sociali in atto. All’interno di questo macrotema si collocano anche le tematiche riguardanti la comunicazione pubblicitaria vitale per il sostentamento dell’industria dell’enterteiment ed anche per i brand che necessitano di una vetrina per poter esporre la propria offerta.Riportando quanto scritto su wikipedia per product placement si intende: “quel tipo di pubblicità che compare in spazi non prettamente pubblicitari, senza essere segnalata come tale. Si realizza generalmente attraverso l’inserimento di prodotti di un certo marchio all’interno di un prodotto cinematografico o televisivo, a fronte del pagamento di un corrispettivo da parte dell’azienda che viene pubblicizzata.”
Negli ultimi anni la pratica del product placement si è fatta sempre più comune, diventando un’alternativa a volte preferita alla pubblicità tradizionale.
Riassumendo in maniera estremamente sintetica la storia della pubblicità televisiva italiana, dal post carosello si è assistito ad un accorciamento medio della durata degli spot pubblicitari, da una media di 60 secondi negli anni ’70 ad una odierna di appena 15 secondi. L’arrivo delle piattaforme Ad-Free come Netflix ha nuovamente cambiato le regole, ed adesso uno spettatore medio riesce ad evitare una media di 160 ore di pause pubblicitarie, ma è esposto ad un numero maggiore di comunicazioni commerciali poiché queste sono inserite all’interno dei programmi visti.
Il terreno più fertile per la proliferazione dei product placement è stato fin da subito quello delle serie TV, pioniera in questo senso è stata la serie generazionale Dawson’s Creek, ma interessanti case – study sono rintracciabili anche in altre serie culto come Breaking Bad ed How I Met Your Mother.
Le ragioni di questa migrazione dagli spazi pubblicitari all’interno dello show sono vari; innanzitutto in questo modo il brand riesce a colpire il segmento target desiderato grazie all’analisi del pubblico dei vari prodotti, inoltre il product placement risulta meno invasivo in una società time-saving.Tramite questa strategia si riesce anche a colpire meglio l’inconscio dello spettatore associando inoltre il brand a dei testimonial naturalmente presenti nel contesto nel quale il prodotto è collocato.
Sarà questo il futuro della pubblicità televisiva che renderà i canonici intervalli pubblicitari un ricordo di un mondo passato?
Articolo scritto da Ruggero Milletarì
fonte immagine https://forum.bodybuilding.com/showthread.php?t=156304623&page=122